Albano Laziale – Splendide giornate ai Castelli Romani, presso la chiesa di San Paolo del XIII secolo, dove si ripercorrono le orme del santo fondatore della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue. La chiesa fu ripristinata a metà Settecento dal Cardinale Marcantonio Colonna. Presenta una struttura gotico-romanica cui seguì la neoclassica settecentesca, ma un interno decisamente tardobarocco.
Quando agli inizi dell’Ottocento fu donata alla nascente congregazione fondata da Don Gaspare del Bufalo, divenne sede centrale della nuova entità canonica di diritto pontificio col suo seminario. E da lì prese corso in congregazione l’opera del successore Don Giovanni Merlini. Fu la casa che vide l’opera di un saggio ed abile amministratore, il Reverendo Signore, come allora venivano titolati, Don Gaetano Brunetti, da Alfedena.
Figlio del possidente e maestro Matteo Paolo Brunetti, esattore fiscale in Alfedena per la transumanza armentaria appulo-sannitica, esponente di quella famiglia maggiorente e gentilizia; e di donna Laura Colantonj , anch’ella di famiglia possidente in Villetta Barrea. Don Gaetano Brunetti (1839 – 1883 ) entrò nella Congregazione di Gaspare del Bufalo, l’8 Dicembre 1862, regnando il Pontefice Pio IX. Percorse gli studi di Filosofia e di Teologia in Albano, nello Stato Romano, essendo stato escardinato dalla nativa Diocesi di Trivento, nel Sannio. Fu ordinato Presbitero ad Albano il 18 Dicembre 1868. Nominato nel 1880 Superiore della Casa di Missione in Sonnino in Terra di Lavoro.
Albano sorgeva in quel residuo ridotto dello Stato Pontificio, ormai assediato dalle truppe piemontesi avanzanti dal nord umbro viterbese e dal sud di Terra di Lavoro infestata dalla malaria e dal brigantaggio. Ivi trascorse un ventennio di studi, servizio e predicazione, com’ era nella vocazione, nel carisma e nel ministero dei Missionari del Preziosissimo Sangue.
Nel 1880, nominato Superiore, fu trasferito alla Casa di Missione in Sonnino: in quel lembo estremo meridionale, sui monti Aurunci, dell’ex Stato Romano ormai da pochi anni annesso al Regno d’Italia. A Sonnino, Terracina, Sezze, Priverno, Fondi, Roccasecca, Vallecorsa e Terra di Lavoro Don Gaetano Brunetti svolse un’intensa attività di direzione spirituale e predicazione missionaria.
Ma vi incombeva l’insidia mortale della malaria, endemica nel territorio pontino. Tale da colpirlo in ancor giovane età. Morì il 1° agosto 1883, a 44 anni. Lasciando inconsolabile la nobile famiglia con il fratello l’Arciprete Don Filippo Brunetti, anch’egli ecclesiastico, curato parroco di Alfedena. Una lapide ricorda Don Gaetano Brunetti, sull’architrave d’ingresso della casa nativa ad Alfedena, in borgo Veroli.
Altresì, la piazza antistante la chiesa di Santa Maria delle Canne, presso il cimitero di Sonnino, dove sorgeva l’antico monastero, nel suo 180° di nascita (29 marzo 1839), il 30 marzo 2019, presente l’attuale Moderatore Generale della Congregazione e le massime Autorità religiose e civili, fu solennemente intitolata Largo Don Gaetano Brunetti.
Fernando Crociani Baglioni