Il governo Meloni pari pari a quello di Draghi, di Conte, di Renzi; la Sardegna elegge la regina delle pale eoliche, pare in conflitto di interesse grazie anche alle azioni governative che stanno privilegiando il depauperamento del paesaggio e dei suoli agricoli in virtù di una finta transizione ecologica e sempre più solo energetica (l’alleanza di sinistra se avesse vinto la destra con un candidato alla pari condizione avrebbe scatenato un putiferio, come non ha fatto con gli agricoltori, arrivando a ignorare quasi le loro giuste doglianze); in Molise i candidati sindaci del centro destra e del centro sinistra li sceglie il governatore Roberti, a parer dei tanti politologi, sempre più leader della politica.
A Campobasso e Termoli, infatti, i candidati di certo non sono stati scelti dai partiti ma da contingenti situazioni che andrebbero a salvaguardare interessi “politici” e persone apparentemente mai schierate politicamente.
Tesi, questa, che non può essere assolutamente smentita, soprattutto dopo la vittoria della 5 stelle Todde in Sardegna. Oltre 5000 franchi tiratori Salviniani e l’astensione al voto, hanno determinato un’alleanza sottile che maschera sempre più il volto della politica e arride a condizioni che non riconoscono la politica come bene comune. Andrea Greco, tra i pochi veri 5 stelle molisani, fa un’analisi che coerentemente con il suo trascorso politico, getta benzina sul fuoco e attacca frontalmente i vertici del movimento sempre più alle prese con il trasformismo –
“in Molise c’è chi ha proposto e propone a orologeria, persone lontane dalla politica, con il solo scopo di non disturbare il manovratore” -. Nel non perdere il lato del combattente continua nello scrivere – “E siccome io non ho bisogno di falsi amici lo dico con tutta la tranquillità del mondo, perché non ho timore di nessuno: in Molise si poteva scrivere la storia ma semplicemente qualcuno non lo ha voluto, prima di tutto tra di noi e poi tra i vecchi politici travestiti da società civile. Questo fa male. Ora senza giri di parole il Movimento deve superare alcune regole assurde che finiscono per penalizzare solo noi e dare grande vantaggio agli avversari politici”. –
Chiaro l’attacco a chi, in regione, è a capo del movimento. In suo supporto l’ex consigliere Nola che in trasparenza ne fa il nome -” È mai possibile che dalle Regionali 2023 non ci sia stato alcun ringraziamento per nessuno e nessuna convocazione di riunione da parte del coordinatore regionale Federico per una Assemblea pubblica M5S? Possibile che dobbiamo apprendere dai giornali nominativi di potenziali sindaci sia per Termoli sia per Campobasso? Mah!” –
Malumori sacrosanti che si ripercuotono sulle future alleanze che hanno visto sganasciarsi parti di un partito (il PD) che a Termoli, imprescindibilmente, ha visto la già onorevole Laura Venittelli, leader di coerenza e stabilità, autosospendersi da esso per l’evidente mancanza di concertazione sul nome del candidato sindaco che pare, abbia sostenuto, a prova di ciò la recente campagna elettorale per le regionali, candidati di centro destra quali il Fratellone d’Italia, Antonacci.
Questi già sindaco di Guglionesi pare sia addirittura artefice della crisi che odiernamente vive il governo cittadino della città basso molisana. – “Scelte che garantiscono condizioni di potere politico ma non di coerenza che minano sempre più il centro sinistra e rafforzano amicizie anche al di fuori dei partiti e della politica” –
le parole di molti che hanno chiesto alla Venittelli di scendere in campo in credo al riscatto di un’ormai politica fatta solo di accordi e strategie che nobilitano il lontano “Re” e offendono il popolo che non reagisce per svariati motivi, tra cui l’ormai indifferenza e lo sgomento nei confronti di una politica sempre meno partitica e più sfacciatamente fatta da liste civiche che mascherano operazioni di spoglio d’essa, e auspicano campi larghissimi ove tutto è permesso a tutti, anche scegliere candidati come il pur bravo Joe Mileti, alla destra che si trova nelle condizioni di vincente a prescindere del vincitore con il benestare di 5 stelle e PD. –
Si sacrifica la politica per il bene collettivo o per lo scranno più alto che molti e in luoghi diversi, hanno l’aspirazione legittima di raggiungere? la domanda ricorrente.
Chissà se la Venittelli non offra al lettore e all’elettore una sciabolata che tagli il cordone della superficialità politica e riconduca tutto su soli due fronti – destra e sinistra?
Le elezioni sono dietro l’angolo e le porte diventano sempre più di quelle girevoli. Nello sperare in una risposta, non illudendo nessuno, crediamo che esse saranno aperte sino almeno all’inizio dell’estate, nonostante faccia ancora un tantino freddo.
Maurizio Varriano