Celebrazioni del 25 Aprile in tutti i centri molisani. Agnone vede per la prima volta la celebrazione del 79° anniversario della Liberazione dal nazifascismo di sera. Appuntamento alle ore 19.00 in piazza Unità d’Italia, probabilmente per gli impegni nell’arco della giornata del sindaco Saia come Presidente della Provincia di Isernia in altri comuni.
“A quasi 80 anni da quel giorno del 1945, in cui l’Italia divenne libera, il significato del 25 aprile continua a ricordarci l’importanza della lotta per la libertà dai totalitarismi e l’oppressione. In questi tempi, segnati da nuove tensioni e conflitti in Medio Oriente, in Ucraina e in altre aree del pianeta, celebriamo la Resistenza pensando ai popoli che ancora subiscono guerre, violenze e privazioni dei propri diritti.
Con la consueta deposizione di una corona, onoreremo i partigiani che resero possibile la nascita di un’Italia democratica. Sarà inoltre occasione per ribadire il nostro impegno a favore dei valori di pace, libertà, solidarietà e fratellanza tra i popoli” questo il pensiero del sindaco di Agnone.
A Poggio Sannita è polemica dopo l’inaugurazione del 20 aprile di un monumento ai Caduti in seno al consiglio municipale.
“Nell’anniversario della Liberazione –scrivono dal gruppo consiliare di minoranza UXPS- ricordiamo con deferenza gli Italiani che si batterono per la libertà e la democrazia e rinnoviamo massimo rispetto ed onori ai Caduti poggesi di ogni guerra ed a quanti lottarono contro la dittatura per ridare dignità e sovranità al popolo.
Fatte queste doverose premesse, la realizzazione di un secondo monumento ai Caduti, inaugurato il 20 scorso, con una partecipata e riuscita cerimonia, trova la nostra netta disapprovazione che ribadiamo: uno degli elementi costitutivi reca un intollerabile richiamo alla dittatura fascista, in aperto contrasto con il dettato costituzionale e lo spirito profondamente democratico della cittadinanza.
L’insistenza con la quale è stato riproposto l’omaggio ai Caduti poggesi della 2^ Guerra Mondiale e fra essi ad una “camicia nera”, già indicato su una lapide collocata al monumento esistente e precipitosamente rimossa su intervento della Soprintendenza ai BB. CC., lascia basiti.
L’antifascismo è un dovere costituzionale e dovrebbe essere un valore condiviso da tutti, istituzioni in primis, come ebbe, autorevolmente, modo di ricordare l’A.N.P.I./Ass.ne Naz.le Partigiani d’Italia.
Il cannone, altro elemento caratterizzante il monumento, simbolo di guerra e di morte per eccellenza. Ancora di più nell’attuale contesto storico, assurge a metafora tetra e nefasta, restituendo l’immagine di indifferenza rispetto agli abissi di guerra che stiamo attraversando. Interroghiamoci su che tipo di messaggio lanciamo da Poggio con il cannone e la camicia nera.
Un esempio di totale superficialità, aggravato dall’incredibile giustificazione che “il cannone risale alla I^ G.M. e quindi ha sparato al nemico austriaco e non agli alleati” come se un’arma del genere non avesse un enorme valore simbolico e un impatto diseducativo per le nuove e future generazioni. Condividiamo la scelta della frase di papa Francesco ai piedi della stele che richiama alla pace.
Ferma restando la convinzione che non si possa tenere insieme tutto: cannoni, camice nere, eroi, papi, pace, vittime e carnefici. Poggio Sannita fu Caccavone, quindi il paese dai ‘due’ nomi avrà anche due monumenti ai Caduti, uno originale e l’altro clonato, senza dimenticare i due cannoni.
Un unicum crediamo a livello nazionale, vedremo il 4 novembre quanti saranno i cortei e le corone deposte. Il monumento, unico e non replicabile è quello storico in c.so Vittorio Emanuele che va assolutamente restituito al pubblico decoro. Ricordiamo come troppe volte i cittadini hanno segnalato il degrado in cui versa il sito, privo anche della manutenzione ordinaria.
Esprimiamo perciò apprezzamento per un recente provvedimento che stanzia dei fondi in tal senso, con l’augurio che vengano presto e ben utilizzati.
Quanto alla rotonda, ormai è inutile aggiungere altro ai commenti imbarazzanti ed al sarcasmo di cui è diventata bersaglio. Si è cercato di “abbellirla” col caccavo, con i nomi antico e attuale del paese e con un’illuminazione ad effetto (almeno in questo caso appropriata, contrariamente alle tenebre disseminate per il corso).
Elementi che però non bastano a ridare un senso compiuto alla rotatoria. Se si voleva creare un piedistallo per dare risalto alla simbologia etimole e logica del paese si poteva fare in maniera meno ‘invasiva’ con altre iniziative.
Onde evitare speculazioni ed equivoci, ribadiamo la nostra piena stima ed amicizia ai professionisti e agli operatori a vario titolo coinvolti nei lavori, come anche alla locale sez. dell’Ass.ne Naz.le Artiglieri d’Italia che ha fortemente voluto e finanziato il secondo monumento.
Non sono mancate occasioni per testimoniare loro considerazione personale e professionale, siamo certi che altre ce ne saranno. Tuttavia questo non può esimerci, nelle vesti di consiglieri di minoranza, dall’inderogabile dovere di controllo, vigilanza e attenzione, sull’operato dell’esecutivo, raccogliendo e dando voce al dissenso; ma con responsabilità e lealtà, anche offrendo collaborazione, nella consapevolezza che la nostra piccola comunità va via, via assottigliandosi, rendendo necessario ogni sforzo di dialogo e unità per riscrivere l’agenda fondamentale in ordine al futuro e alla sopravvivenza del nostro amato, piccolo borgo”.