Sabato 14 dicembre, presso la sala Convegni di Borgo Tufi a Castel del Giudice, alle ore 11:00 nascerà il Comitato Interregionale per la Valorizzazione dei Castelli Caldoreschi di Abruzzo, Campania, Lazio, Molise, Puglia e nell’occasione si terrà l’incontro-studio sul tema “I Castelli dei Caldora”. Un grande impegno per la valorizzazione di una parte consistente del patrimonio castellano della regione Molise e di quelle vicine. Il Consiglio Direttivo Nazionale dell’Istituto Italiano dei Castelli ha così approvato “L’istituzione del comitato interregionale per la valorizzazione dei castelli dei Caldora: Abruzzo, Campania, Lazio, Molise, Puglia”.
“Tra le famiglie che nei secoli XIV e XV ebbero parte determinante nella storia del Mezzogiorno italiano i Caldora –comunica il Presidente Sezione Molise, Arch. Franco Valente– Giacomo Caldora fu capace di avere un vero e proprio esercito, di fatto era il capo di uno stato nomade, come sostiene Angelo di Costanzo. Secondo Tristano Caracciolo in questo periodo Jacopo ed il suo esercito uscirono poco dalle loro terre per il fatto che molti principi lo riempivano di doni solo per tenerlo buono ed evitare che egli intervenisse al soldo di qualcuno dei contendenti. Di Costanzo riferisce che era in gran prezzo ed in gran reputazione la cavalleria caldoresca e la sforzesca e che egli fu magnanimo a tal punto da non volersi mai far chiamare né principe, né duca benché possedesse la maggior parte dell’Abruzzo, del contado di Molise, della Capitanata e della Terra di Bari. Egli ritenne che il suo nome valesse più di qualsiasi titolo.
Fu uomo di lettere e amava avere rapporti soprattutto con altri capitani ugualmente amanti della cultura letteraria. I cronisti del tempo lo reputano superiore ad altri capitani come Niccolò Piccinino e Francesco Sforza. Tra i suoi allievi, oltre il fratello Raimondo e il figlio Antonio, che fu insignito del titolo di Duca di Bari, vi furono Lionello Crocciamura (Accloccamura), Paolo di Sangro, Nicolò e Carlo di Campobasso, Matteo di Capua, Francesco di Montagano, Raimondo d’Annecchino, Luigi Torto e Ricciardo d’Ortona.
La morte di Giacomo ebbe riflessi negativi nella gestione militare angioina. Egli fu sostituito nel comando degli uomini da suo figlio Antonio (1400 – 1466) che lo aveva seguito in tutte le imprese più importanti. Antonio ereditava un patrimonio immenso dalla Puglia, al Molise, all’Abruzzo, al Lazio e alla Campania. Al momento della loro fine i Caldora possedevano oltre 200 castelli tra l’Abruzzo, il Molise, il Lazio, la Campania e la Puglia.
I castelli dei Caldora costituiscono un unicum dal punto di vista storico, architettonico ed artistico in gran parte sconosciuto e che è meritevole di una concreta azione per la loro salvaguardia e la loro valorizzazione. Il Comitato avrà il compito di avviare tutte le iniziative che riterrà opportune per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio castellano e delle vicende storiche della famiglia Caldora promuovendo incontri, manifestazioni pubbliche, convegni e pubblicazioni sul tema”.
L’evento rientra nell’ambito del finanziamento del “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – a titolarità del ministero della cultura – attrattività dei borghi; borgo di Castel del Giudice centro di (ri)generazione – attrattività residenziale e culturale per l’Appennino”.
Il programma del convegno di sabato 14 prevede: i saluti del Sindaco di Castel Del Giudice Lino Gentile; della B.ssa Michaela Stagno d’Alcontres, Presidente Nazionale Dell’Istituto Italiano dei Castelli; mentre la prof.ssa Onorina Perrella, Presidente Onoraria della sezione molisana dell’Istituto Italiano dei Castelli, relazionerà su “I sessanta anni dell’istituto italiano dei castelli e il Molise” quindi l’intervento dell’arch. Franco Valente su “I Castelli di Giacomo e Antonio Caldora in Abruzzo, Campania, Lazio, Molise e Puglia”.
Alle ore 13,30 seguirà nella Sala di Borgo Tufi un lunch per i partecipanti.