“L’Abruzzo ha una grande varietà di ambienti (montano, collinare e costiero) e circa il 40% della superficie è costituita da aree protette e/o Siti Rete Natura 2000, zone di applicazione elettive delle tecniche di Ingegneria Naturalistica. L’Ingegneria Naturalistica è un valido strumento per affrontare problemi di difesa del suolo, conservare la biodiversità e il paesaggio (finalità istitutive di un’area protetta- cfr. art. 1, L. 394/91), in luoghi dove le esigenze di tutela ambientale si possono intrecciare fortemente con le necessità antropiche di manutenzione del territorio e messa in sicurezza di centri abitati, infrastrutture ed attività agro-silvo-pastorali.
Altro aspetto caratterizzante, in comune con altre regioni adriatiche, è la presenza di una fascia collinare, dalla costa agli Appennini, impostata su litotipi argillosi altamente erodibili, morfologicamente accidentata, una matrice insediativa sparsa e una vasta presenza di attività agricole. Tali zone sono quelle che, in ambito regionale, presentano i maggiori problemi geo-idrologici e in cui gli agricoltori possono giocare un ruolo determinante”.
Lo ha affermato Cesare Crocetti, Ingegnere Ambientale, Presidente della sezione Abruzzo dell’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica.
Attività didattiche in collaborazione con le attività agricole.
“Le attività della Sezione Abruzzo si caratterizzano quindi per le numerose iniziative didattiche realizzate in collaborazione con diverse aree protette e per un’attenzione particolare alle attività agricole che si svolgono soprattutto nella fascia collinare della regione. Nel corso degli anni sono stati quindi realizzate diverse attività didattiche dedicate a liberi professionisti, dipendenti di aree protette e di altri enti pubblici – ha continuato Crocetti – aziende agricole e scuole. L’ingegneria naturalistica è oggi una delle più efficaci applicazioni delle Nature Based Solutions (NBS), Soluzioni Basate sulla Natura, adatte tanto in ambito urbano quanto montano”.
Nella foto: Palificata viva tipo “L’Aquila” realizzata nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga nell’ambito di un cantiere didattico-sperimentale a cura di AIPIN-Abruzzo e AIPIN-Lazio.