La notizia della morte di Papa Francesco ha colto di sorpresa e ha scosso il mondo intero, lasciando un profondo senso di vuoto nei cuori di milioni di fedeli. Il Vaticano è ora in Sede Vacante, un periodo di transizione e riflessione che segna la fine di un pontificato straordinario. L’annuncio è stato dato dal cardinale camerlengo Kevin Joseph Farrell nella cappella di Casa Santa Marta, il luogo che Bergoglio aveva scelto come sua residenza, simbolo della sua semplicità e vicinanza al popolo.
Accanto al cardinale Farrell c’era l’ex segretario di Stato Pietro Parolin, figura di spicco che guiderà il conclave per l’elezione del nuovo Pontefice. Sarà un momento cruciale per la Chiesa, chiamata a scegliere un successore che possa continuare il cammino tracciato da Francesco.
Ieri, nella domenica di Pasqua, abbiamo assistito all’ultimo saluto pubblico del Papa in piazza San Pietro. Con la benedizione Urbi et Orbi e il suo giro “a sorpresa” in papa-mobile tra i fedeli, Francesco ha voluto lasciare un segno indelebile nel cuore di tutti. Una vera e propria uscita di scena che rispecchia la sua essenza: un Papa del popolo, sempre pronto ad abbracciare ed ascoltare.
Il suo coraggio di affrontare la sofferenza con dignità e la sua determinazione a restare vicino al suo popolo fino all’ultimo respiro, sono stati un esempio di straordinaria umanità. Ha dimostrato che la vera forza non risiede nel potere fisico, ma nella capacità di amare e di essere presenti per gli altri, anche nei momenti più difficili.
Ricordiamo con affetto la sua visita in Molise nel 2014, un momento che rimarrà impresso nella memoria di chi ebbe la fortuna di essere presente. Quel giorno il calore e l’entusiasmo del popolo furono un chiaro segno dell’affetto e della stima che la gente nutriva per lui che aveva saputo conquistare i cuori con la sua semplicità e il suo messaggio di speranza.
Durante quella visita, Papa Francesco parlò alla comunità con parole che risuoneranno per sempre: parole di incoraggiamento, di solidarietà e di amore verso il prossimo. Il suo invito a non dimenticare mai i poveri e gli emarginati è stato un potente richiamo alla coscienza collettiva, un invito a costruire un mondo più giusto e fraterno.
Il Santo Padre lascia dunque un’eredità di amore e inclusione, una luce guida che, si spera, continuerà ad illuminare il cammino della Chiesa e dell’umanità.
La sua frase più iconica, Siate Pastori con l’odore delle pecore, rimarrà scolpita nella memoria collettiva. Un invito potente alla Chiesa di vivere immersi nella realtà quotidiana delle persone, a non chiudersi nelle proprie certezze ma ad aprirsi al mondo con umiltà e compassione.
(in galleria fotografica immagini della visita del Santo Padre a Campobasso l’8 luglio 2014)
Rossella De Rosa