Carlo Mazzone aveva mantenuto il Lecce in serie A col 9° posto, e d’estate c’era stata la preparazione in quota a Roccaraso. Seguiva a distanza di 4 anni quella più sfortunata della Nazionale Italiana in preparazione per Mexico ‘86 e poi del Pescara di Galeone tornato il Serie A.
La squadra salentina aveva alloggiato al Grande Albergo e utilizzato il campo e gli spogliatoi rimessi a nuovo per la Nazionale.
Memorabile per Armando Cipriani, il proprietario dell’albergo, fu l’irruzione mattutina di “Carletto”, tipica del suo vulcanico carattere, quando si accorse che un suo calciatore, uscito con tutta la squadra per la passeggiata serale, era invece rientrato per una finestra per intendersela con una bella cameriera di lavoro ai piani delle stanze. “A Ciprià io mi tengo i miei, ma tu bada meglio alle tue”.
Partì la squadra e il Presidente Jurlano, sapendo della juventinità di Armando gli diede appuntamento a Lecce in autunno per assistere a Lecce-Juventus e soprattutto per saldare il conto per l’ospitalità ricevuta in albergo. (Ci andai pure io)
Questo è il semplice artefatto, ricco di un personaggio come Mazzone che girava in paese con la sua bonomia, riscuotendo dovunque gesti di simpatia, ma ci fu un risvolto più importante.
Alla già storica e quindi consolidata clientela napoletana, quella che ha contribuito in maniera significativa a far grande l’attività turistica di Roccaraso con i suoi facoltosi cittadini, si aggiunse progressivamente e in maniera importante, soprattutto d’inverno un consistente flusso di clientela salentina e più in generale di quell’area pugliese. Sotto gli alberghi si notavano dappertutto automobili targate LE, TA, BR.
Insomma una operazione di promozione turistica un po’ casualmente arrivata, un po’ curata per qualche anno dall’albergatore che col suo fare diversificò in maniera intelligente e consistente la frequenza turistica di Roccaraso… e soprattutto a costo zero.
A seguire al Grande Albergo arrivò il Perugia e la Lazio.
Insomma, si può fare di più, senza fare voli pindarici. Ovviamente con la Nazionale all’Hotel Boschetto, a quota 1.700 fu tutta un’altra cosa, ma la Nazionale è la Nazionale!
E così voglio peccare di nostalgia: dove sono finiti quei tempi e neppure molto lontani, quando Roccaraso era una cosa diversa, intelligente!
Ugo Del Castello