E’ partita alle 17,49 di oggi, 5 maggio, la maratona delle celebrazioni del bicentenario della morte dell’imperatore dei tempi moderni. Lo avevano fatto morire nel 1814 ma era una notizia fasulla la cui diffusione, produsse non pochi effetti. In realtà in quell’anno il trattato di Fontainebleau, firmato il 14 aprile, ne aveva sancito la sconfitta definitiva e la sua abdicazione ebbe come risultato la scelta di volersi ritirare in esilio ad Elba, isola sperduta dell’ oceano Atlantico.
Napoleone Bonaparte, già imperatore di Francia, lascia campo libero alla restaurazione della monarchia borbonica , dopo i famosi cento giorni del suo ritorno, proprio mente si svolgeva il Congresso di Vienna. Ma, il dado era stato tratto e il periodo napoleonico aveva lasciato traccia nelle coscienze e gli aneliti di libertà si sarebbero manifestate di lì a poco. Aneliti di libertà, provenienti da un oriundo nato nella Corsica che da appena un anno era stata ceduta alla Francia dalla repubblica di Genova. Era il 15 agosto 1769 e per un anno l’italiano si trovò francese. Tonando alla maratona, lo spunto viene dall’ omonima ode di Alessandro Manzoni e in modo particolare dal verso “ Fu vera Gloria? Una serie di iniziative che hanno come scenario i luoghi legati al periodo francese. Su Napoleone sono stati scritti più di settantamila libri e la sua storia ha intrigato tutto il mondo. Tra i libri molisani ricordiamo “ Omaggio a Napoleone Bonaparte “ in memoria di Gabriele Pepe e Domenico Trotta, di Nicoletta Pietravalle.
A Termoli il dottor Nicola Troilo ha scritto un saggio dal titolo “ Termoli e Napoleone”, presentato nel 2017, dove si parla del distaccamento di soldati francesi a difesa del paese sottoposto, all’epoca, a scorrerie e assalti che inficiavano la sua già povera economia basata sulla vendita del sale, sulla pesca e la vendita delle ghiande. Quella napoleonica, per la verità, è stata un’età vera e propria. Non mancano tacce nella organizzazione moderna dello Stato e il Codice Napoleonico è ancora alla base del diritto contemporaneo. Il decennio napoleonico in Italia segnò un grande progresso culturale e il contado del Molise ebbe la sua autonomia proprio nel 1806 con la legge 132 “ Divisione e amministrazione delle province del regno” , voluta da Napoleone e varata l’otto agosto . Fu denominata provincia di Molise con 3 distretti: Campobasso, Isernia, Larino, quest’ultimo come parte della Capitanata fu aggregato nel 1811.
Tra le riforme economiche e finanziarie del corso, si ricorda l’ istituzione del catasto, le riforme scolastiche che vedevano la scuola come un canale di promozione sociale, il codice civile, la libertà individuale e religiosa e la laicità dello Stato, l’inchiesta murattiana , l’abolizione dei diritti feudali , ci consentono di conoscere nei dettagli lo stato sociale delle popolazioni. Un ruolo nelle riforme napoleoniche in Italia lo ebbe Giuseppe Zurlo, ministro delle finanze con Ferdinando IV di Borbone, lo fu abilmente anche sotto i francesi ricoprendo importanti cariche con la monarchia di Gioacchino Murat.
Ed è proprio dall’esito di questa inchiesta che si possono apprendere le condizioni di vita della provincia di Molise che non erano assolutamente floride . Tanto che, pronto è stato l’intervento dello Stato che in risposta ai quesiti richiesti al sindaco di Campobasso incoraggiò e dispose aiuti per la creazione di gualcherie per la trasformazione della lana e varie manifatture.
Il decennio francese assunse per il Molise una notevole importanza e quella famosa inchiesta che aveva scopi civili e sociali , ebbe come redattore statistico Raffaele Pepe di Civitacampomarano che aveva il compito di coordinare il materiale inviato dai redattori di ciascun paese. Ma contro i francesi, in questo periodo proliferò il brigantaggio già nutrito dagli esiti antigiacobini. E i briganti, trovarono l’appoggio di persone colte e di professionisti.
Si cita per tutti l’esempio di Roccamandolfi dove il medico del paese e un avvocato invocavano apertamente il ritorno di Ferdinando IV . Qui, la guardia civica istituita da Giuseppe Napoleone, assisteva senza intervenire alle azioni di briganti. Tra le curiosità legate al periodo napoleonico e allo stesso imperatore, merita di essere ricordato Nicolas Appert, rivenditore di dolci, a cui si deve l’uso del cibo in scatola con il metodo della conservazione ermetica. Che dire dei quartieri murattiani ? Si sviluppano su un disegno a simmetrie geometriche divenendo moderni centri storici, uno per tutti il quartiere murattiano di Campobasso, fulcro della città.
Fernanda Pugliese