La città è quasi pronta. Ma come in tutte le vigilie che si rispettano è tutto un correre, ovviamente per gli addetti ai lavori e per chi ha la responsabilità del coordinamento e della predisposizione. Sono giorni di attesa. Ci sono già degli ospiti che si gustano la città. Oggi il sole va e viene, è giusto ribadirlo visto che è raro in questa fredda primavera. Il vento naturalmente quello, sotto vesti diverse, non manca mai.
E’ anche la seconda settimana di zona gialla. Non sembra vero, nonostante le restrizioni, come il traguardo blindato della settima tappa. C’è chi pensa come posizionarsi lungo il percorso cittadino per non perdere la ghiotta occasione.
C’è chi visita il paese vecchio e la mostra sul Giro allestita nella sede della Caritas sulla piazzetta della scala a chiocciola che collega il borgo al piazzale del porto dove è situato un ampio parcheggio. Camminando sotto le mura del paese vecchio, per fare una passeggiata viene l’idea di scendere sulla spiaggia. Diverse sono le persone che scendono gli scalini sul costone.
Non siamo da meno. Attraversata la pedana in legno sotto la pergola dove chi desidera può celebrare il proprio matrimonio, dando le spalle al mare, si apre alla vista uno spettacolo di incomparabile bellezza. Dall’alto non si vede né si immagine cosa la natura può offrire.
La natura che si intrufola tra i massi posizionati per sostenere la scarpata, in mezzo ai quali si annida la sabbia potata dal vento, dove le mareggiate fanno danzare le onde al di sopra della barriera frangiflutti. Qui si posano i pollini che viaggiano nell’aria e sostano i gabbiani e gli uccelli che nidificano nel muraglione.
E’ la prima linea di confine tra terra e mare. A forma concava si protende verso l’area di pertinenza degli stabilimenti balneari. Il primo è la cala Sveva che prende nome proprio dalla piccola insenatura e dal castello federiciano che l’abita con la proiezione dell’ombra. Il primo sole in un ambiente da favola, è caldo e confortevole, viene voglia di spogliarsi e togliere i primi strati di abiti.
Via la giacca, poi la maglia, si rimane in camicia, poco dopo ci si toglie anche quella. Qualcuno osa il costume e si distende sulla sabbia. Il litorale è tutto pulito, i lidi si apprestano ad attrezzarsi per l’anticipo della stagione estiva fissata per sabato, 15 maggio.
Il mare leggermente mosso infrange le onde sulla riva. Tutto intorno è stupore, il colore sgargiante dei “carpobrotus edulis”, i fichi di mare della spontanea pianta tappezzante, giallo e fucsia il colore delle corolle che spiccano tra il bianco delle pietre. Sono massi delle cave di Apricena o di Guardialfiera anche se quest’ultima, per le sue caratteristiche è una pietra più adatta alla produzione di oggetti d’arte.
Probabilmente sono mischiati a quelli preesistenti all’ampliamento del percorso che con la piazzetta è stato inaugurato nel 2011, esattamente 10 di anni fa. E a proposito di passeggiata, tra corsi e ricorsi, affiora un momento personale. “ Mi piaceva andarci all’intervallo dell’ora del pranzo, prima di tornare a scuola nei giorni in cui insegnavo il pomeriggio. Avvolta nel cappotto e nello sciarpone di lana, sistemata la borsa coi libri a mo’ di cuscino, mi allungavo su uno dei sedili e mi prendevo, se c’era, il sole in faccia, ascoltando i suoni del mare d’inverno, sul ritmo delle onde alte che sbattevano sugli scogli e sulla melodia degli spruzzi spumosi “.
Dall’oasi della scarpata, risalendo i gradini a ridosso, sulla destra, c’è una sorpresa. Se non ci si fa caso, si perde lo spettacolo della polarizzazione dei cristalli da una roccia. Una piccola miniera di conglomerati di calcite dai colori diversi. Infiorescenze, scaglie gessose, grumi di quarzo. Un masso diverso dagli altri, senza taglio di pietra ma, evidentemente capitato tra quelli staccati dal banco.
Bello e ricco come pochi. Un arcobaleno di riflessi dovuti allo specchiarsi dei raggi di sole in cammino sulla volta e al fenomeno della rifrazione della luce. Momenti di stupore e di magia, se si pensa al loro utilizzo per l’orientamento, dalle imbarcazioni vichinghe nei mari del Nord. Potenza della natura, mai sopita, fantasia interrotta dalle segnaletiche dei lavori in corso.
Tra sera e notte saranno smantellati e domani il percorso profumerà di asfalto.
Fernanda Pugliese