A Pietrabbondante, si continuano a scrivere suggestive storie di fili intrecciati. Le storie nascono da un insolito inchiostro! Da tanti gomitoli bianchi si sono srotolati lunghi fili per raccontare vicende legate alla nostra comunità e alle nostre tradizioni. Il filo è stata la nostra trama e la nostra unione.
L’arte antica dell’uncinetto, ci ha uniti in modo particolare durante questo difficile periodo di pandemia ed è stata la nostra “penna” per lasciare traccia indelebile di momenti che resteranno storici e che non vogliamo, non possiamo e non dobbiamo dimenticare anche per un nostro dovere etico e morale.
L’uncinetto è un’opera creatrice ed è anche una metafora riferita alla vita degli uomini. La trama del tessuto, l’intrecciarsi dei diversi fili, le infinite possibilità di soluzione creativa, gli svariati colori, si identificano con i percorsi della vita delle persone e del destino dell’uomo.
La metafora della vita ci invita a tessere discorsi, come un ragno tesse la sua rete a partire da “fili”. Tra il filo dell’uncinetto e quello del pensiero esiste un indiscutibile nesso: il pensiero, come un filo, intreccia e crea trine, unisce e compone.
Questa volta abbiamo deciso di scrivere all’uncinetto l’inno del nostro amato protettore San Vincenzo Ferreri. Un inno è una composizione poetica e musicale che genera grandi emozioni e abita nel cuore di chi la conosce e ne sa il senso. Questa storia è legata alla nostra tradizione e, incredibilmente, è fatta di numeri, perché anche i numeri hanno un valore simbolico per interpretare l’universo.
7 metri di altezza, 5 metri di larghezza, 52 parole, 228 lettere, 45 gomitoli, chilometri di filo, 8 mesi di lavoro, 50 persone, 100 mani, 1000 dita, 50 cuori, ma un solo unico intendo e una sola unica comunità. Insieme…questa è la parola chiave che ci ha permesso di scrivere a più mani …insieme si vince sempre.
A questa iniziativa hanno collaborato persone di diversa età e anche pietrabbondantesi residenti in varie parti d’Italia. L’inno all’uncinetto è stato sistemato in un angolo del paese, è stato scoperto e benedetto il 4 agosto, giorno della festa patronale.
Ora è qui, ondeggia al vento, suscita emozioni, testimonia la nostra fede, la forza e la tenacia di un popolo dall’anima sannita che ha avuto la costanza di fare comunità in un momento tanto difficile.
Da una sofferenza collettiva abbiamo imparato a rimodulare il nostro vivere, le nostre abitudini e le nostre relazioni. Abbiamo imparato ad apprezzare le cose semplici e cogliere il senso profondo della vita, abbiamo imparato a ricominciare, ripartire e rinascere mettendo più cuore nella vita stessa.
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno collaborato e che hanno di nuovo pronte le loro penne per continuare a scrivere insoliti racconti. La comunità è come una piccola orchestra dove ognuno porta il suo strumento, suona la sua musica e offre il suo dono; ognuno diventa indispensabile e insieme si fa grande musica.
“L’universo ha senso solo quando abbiamo qualcuno con cui condividere le nostre emozioni”(Paulo Coelho).
Mariella Di Carlo