Siamo abituati a vedere nella Pontificia Fonderia di campane di Agnone le fusione dei bronzi sacri. Ma questa volta la sorpresa giunge dalla fusione di tre artisti che contemporaneamente hanno saputo intrecciare il loro sapere, la loro cultura e la loro arte in una performances unica nel suo genere sublimando Dante Alighieri nel settecentesimo della scomparsa.
Nasce così “Dan.. le campane di.. Te” con la recitazione di Stefano Sabelli dei canti della Divina Commedia; il suono di un nuovo strumento fatto di carillon di campane del maestro Giulio Costanzo e dello scultore Ettore Marinelli che davanti a tutti ha saputo sbalordire trasformando una forma in creta di un bronzo sacro in un busto di Dante Alighieri.
Un’ora e mezza di spettacolo, ieri sera 18 agosto, in una location favolosa quale l’ingresso dell’antico opificio agnonese reso ancora più magico da un gioco di luci di Gennaro Bonanese.
Un parterre d’eccezione con il presidente della provincia Isernia Alfredo Ricci, il sindaco di Agnone Daniele Saia, dell’assessore regionale Vincenzo Cotugno e dell”euro deputato Aldo Patriciello insieme ad altre 150 persone selezionate con prenotazione.
Ha impressionato davvero. la forza recitativa dell’attore campobassano Sabelli, il saltellare da una campana all’altra del professore del conservatorio Perosi, Costanzo, ma su tutti l’estro di un ragazzo che ha l’arte nel Dna come Ettore Marinelli figlio di Armando cotitolare della Pontificia fonderia, il tutto davvero gradito dai presenti che oltre agli applausi, al termine, si sono intrattenuti per i complimenti de visu con gli artisti.
Certamente una performance da portare in tournée ma solo per intenditori ed in luoghi che si plasmino e fondino con una espressione d’arte (perché non è uno spettacolo) rappresentata da un trio unico nel suo genere.