Abbiamo incontrato Giuseppina Ciarla in un posto incantevole della città adriatica. Il porticciolo turistico, tra mare e barche e sullo sfondo la città. Rivederla è stato bello ed emozionante. Dopo diversi anni è tornata nella sua Termoli direttamente dalla Florida, dalla città di Sarasota dove è “ Prima Arpa “nell’Orchestra dell’Opera.
Ha una formazione classica e ha studiato a Campobasso al Conservatorio Perosi, ma la sua carriera si è svolta negli Stati Uniti, all’estero. Un particolare che non sfugge perché sono i luoghi dove in qualche modo e molto colpevolmente lasciamo che fuggano illuminati cervelli e preziosi talenti della nostra terra.
Sembrava che la carriera della grande arpista potesse avere un senso in Italia. E’ stata, infatti, per qualche anno, Prima Arpa presso la Fondazione del teatro Petruzzelli di Bari. La ricordo nella Carmen di Bizet con il grande violinista e direttore d’orchestra Lorin Maazel con il quale ha collaborato insieme ad altre personalità famose ed illustri di tutto il mondo e con artisti del calibro di Nanni Moretti.
Nota è la sua esperienza sul palco del Lincoln Center di New York, e poi ancora in Libano, Turchia, Argentina in concerti organizzati da Volipiano Arts.
Domenica sera a Termoli, a cura dell’Associazione Jack- Jazz,Arts&Comedy Kingdom, ci sarà, presso l’ex Cinema Sant’Antonio, il concerto di presentazione del suo A Ticket Home. Un capolavoro autoprodotto di cui è cantante, arpista, compositrice, regista. Ha inciso per altre etichette come Bongiovanni ed Koch, ma questo è il suo primo album sognato, desiderato, meditato, coltivato con tantissimo amore. Undici brani di cui alcuni solo strumentali ed altri interpretati con la sua voce calda e passionale e con moltissime variazioni melodiche.
“ Bella Ciao, è il brano che mi è piaciuto in modo particolare. Durante il periodo di chiusura che ha contraddistinto questa nostra epoca, mi è tornato in mente e mi ha tenuto compagnia riportandomi da quest’altra parte del mondo, nel continente delle radici, nel mondo della tradizione e del canto popolare”. Non a caso, questo famosissimo brano, è fatto di parole e versi della “resistenza” che in termini e per modalità e situazioni diverse, ritorna, richiedendo fortezza, temperanza e tantissima speranza per riuscire a farcela, opponendosi con forza all’attacco di invasori che non t’aspetti e che ti cambiano la vita.
In una serie di circostanze e stati d’animo, il motivo del biglietto del suo viaggio di ritorno a casa, ma per poco. Un prossimo appuntamento a Roma presso l’Officina Pasolini con Tosca Donati, e poi di nuovo via.
Ce ne parla con dolcezza e con rammarico lei, sempre solare e bella, figlia di genitori speciali che annovera tra i familiari un grande ispettore scolastico, Costanzo Ciarla che da Portocannone, paese arbëreshe, ha accompagnato la storia della scuola nel Novecento. Sorella d’arte, di Alberta e di suo fratello Luca Ciarla, ideatore a Termoli dell’infinito e ineguagliabile festival Due Sponde e Un mare, è un grande e noto violinista.
Con la musica nel sangue e molto piacevolmente Giusy ci racconta le sue emozioni, i suoi studi, la famiglia, l’amore per uno strumento speciale ma ingombrante a cui ha dedicato e dedica tutta se stessa, abbracciando e tessendo le corde potenti dell’arpa, come fossero le stesse del cuore, mentre il suono dal timbro delicato, morbido, misterioso e magico, si propaga , accarezza, avvolge chi ascolta, la gente, il pubblico, la platea.
Fernanda Pugliese