Quinta location per la 61^ edizione della “Natività” di Agnone che verrà rappresentata come consuetudine il 24 dicembre al termine della “Ndocciata della Tradizione”. Dopo piazza Giovanni Paolo II, la villa comunale attigua all’ospedale, salita Buonarroti sotto la torre campanaria della chiesa di Sant’Antonio, piazza Unità d’Italia, il “Presepe Vivente” del Cenacolo Culturale Francescano e della compagnia teatrale ‘Le 4C’ quest’anno verrà rappresentato nello slargo del rione Maiella.
Certamente quella agnonese è la rappresentazione della Natività più longeva del Molise visto che non ha mai avuto interruzione fino allo scorso anno perché bloccata dal covid, e voluta ed organizzata da sempre da Giuseppe De Martino con Giorgio Marcovecchio.
Presepe recitato e non statico che ha sempre avuto nel canovaccio un messaggio sociale trattando un tema di attualità. Quest’anno si riprende il discorso interrotto nel 2020 e legato proprio alla pandemia.
“La Natività di Agnone, quest’anno avrà come tema la nascita di nostro Signore ai tempi del Covid-19 – dicono gli organizzatori– Il Presepe agnonese, nato alla fine degli ’50 dall’idea di due Cappuccini, il compianto padre Cipriano De Meo (vice-postulatore della causa di beatificazione di padre Matteo d’Agnone) e padre Aldo Parente, si caratterizza dalle altre natività per i temi di forte impatto sociale portati in scena. Tra tutti si ricordano le edizioni incentrate sul femminicidio, emergenza clandestini, alluvionati, terremotati, malati di Aids, spopolamento.
Quest’anno, si è deciso di dedicare la manifestazione al personale e volontari impegnati in prima linea durante l’emergenza sanitaria. A riguardo, le sacre scritture si intersecheranno con le testimonianze di infermieri, medici, Oss, volontari della Protezione civile e pazienti colpiti dal virus. I testi, ancora una volta, sono di Giorgio Marcovecchio, mentre la regia è di Giuseppe De Martino, che si avvarrà della collaborazione artistica di Saverio La Gamba e Paola Patriarca. Le musiche di Roberto e Tancredi Carlomagno”.
Oltre 70 i figuranti che prenderanno parte allo spettacolo. Nelle vesti di Gesù Bambino il piccolo Francesco Tobia Petta venuto alla luce in piena pandemia mentre Francesco Spadanuda interpreterà Giuseppe e Giada Pannunzio sarà Maria.
“La Natività ai tempi del Covid-19 – riprende Giorgio Marcovecchio – intende fare un parallelismo tra la pandemia e i grandi segni mandati da Dio agli uomini (diluvio universale e piaghe d’Egitto) per riportarli sulla retta via. Non punizioni ma prove cui l’essere umano viene sottoposto per una nuova conversione. Le testimonianze dirette di medici, infermieri,insegnanti, lavoratrici, volontari – conclude – dimostrano il coinvolgimento della società civile e la speranza in un nuovo domani”.
Prima dell’inizio del Presepe vivente, prevista l’accensione di un albero di Natale – realizzato con materiale di scarto – impiantato in ricordo del secolare cedro del Libano al centro della villa comunale, albero questo seccatosi qualche anno fa a causa dell’incuria di alcuni. L’iniziativa è dell’Associazione ‘La Repubblica di Majella’.