Quando i tempi passati ci donavano la speranza di poter votare, il voto era pressoché palese. Due schieramenti certi, la DC ed il PCI che si contendevano gli scettri del comando. A mano a mano, come la bella canzone di Rino Gaetano ci ricorda, la politica soffiata sul cuore, ci ha rubato l’amore per una politica che ha cambiato pelle, è diventata sprucida, addirittura senza alibi e ci ha mostrato la parte peggiore dell’uomo: l’avidità.
Così il tempo ha rimodellato idee, partecipazioni, confini tra gli schieramenti, simboli, schemi, interessi. -E’ tutto cambiato -, non a caso, ci ricorda un’altra canzone, quella de “la Bella e la Bestia”. – È tutto cambiato, pensieri e volontà. Ho aperto gli occhi miei e so la verità. –
Il PCI si è sgretolato, lasciando posto ad insulse realtà che hanno rinnegato ogni qualità di una sinistra che nell’involuzione, avrebbe dovuto sempre più essere il baluardo di libertà popolare; la DC si è disintegrata in mille rivoli apparentemente limpidi, ma decisamente posti al servizio di lobby e di affari che ne hanno decisamente segnato i cambiamenti in negativo. Nascono miriadi di componenti, partiti, movimenti che al suono delle Fanfare e di inni, mai appropriati, hanno cancellato la parola magica, quella che ha fatto grande l’Italia in termini economici, culturali, aggregativi, europeisti: Politica.
Ormai è un sovvertire di parole, un dire oggi qualcosa che diventa vecchia subito dopo averla detta, averla pensata. Si gioca sulla pelle e sulle condizioni di necessità del popolo per evitare di andare a libere elezioni, e ci troviamo da decenni, – l’ultima volta fu l’eletto Berlusconi- , ad abiurare il voto popolare. Tutto in nome di una stabilità che di stabile, ha solo la notevole mole di interessi e di danaro che la politica maneggia ed intasca ogni inizio del mese. E così abbiamo visto salire sullo scranno più alto, i Monti, i Renzi, i Conte, i Draghi, per non parlare dei ministri tecnici che essendo i migliori, hanno fatto sì che il grado di sostenibilità della vita delle famiglie, tornasse al periodo della prima guerra Mondiale quando non si poteva far “ pipì “ perché non c’era il vasino lì.
Carburanti alle stelle, multinazionali che in passato, hanno dettato la rinascita economica della nazione, dopo aver mangiato a quattro ganasce, sbattono la porta e vanno via, finte riconversioni ecologiche che traspaiono affari sull’energia, finte occasioni per garantirsi un futuro migliore, che decisamente nascondono, ma non più di tanto, affari, lobby, diversità, distanze sociali sempre più ampie, privilegi.
Non ultimo il bando sul progetto pilota e rigenerativo sui Borghi. Una vera sconcia dimostrazione di come dietro si celano interessi privati che determinano scelte e capacità di una politica che di politica, sa pari allo zero. Una incidenza negativa, per i più, e positiva per pochi, che si manifesta giornalmente, una dopo l’altra. Vogliamo parlare del superbonus 110%? Del superministero e la farsa straccia dell’inserimento in Costituzione della salvaguardia ambientale e del paesaggio? Tutte battaglie insulse di un Movimento, quello dei 5 stelle, che chiaramente ha raccolto gente di destra sinistra e di quel finto centro che oggi grazie al redivivo Mastella, si erge ancora una volta a svolta, per un’Italia che ha decisamente perso ogni identità politica.
Ricordate la scesa in campo di Berlusconi? Una magia che ancora aleggia tra le figure più losche della politica e degli illusionisti Italiani. L’antipopolo per eccellenza che oggi, è l’unico che con il calcio e le donne, riesce ad unire senza faticare troppo. Le donne, si, le donne. Quelle donne che si incavolano per “essere inferiori”, e poi per essere alla “ pari “ varano una legge sulla parità di genere. Insulso alla donna ed alla sua immensa ricchezza, alla sua identità di madre, sorella, figlia, lavoratrice, esempio di vera beltà e cultura. Anche le femministe, orrendo esempio di rinnovamento e contestualizzazione, ne son rimaste male.
Il 13 febbraio 2021 nasceva il governo Draghi, il governo che racchiude come nessuno le differenze, ed esercita senza pudore ogni condizione di comando, al di la di schemi o politica che tengano. Un misto fritto che sa di insulto alla cucina italiana e che nella sua composizione conflittuale, legata dalla fune del danaro e delle poltrone, non esita a parlare in un modo e fare in un altro. Il PD esulta e si erge a fautore del mostro, e ne è pure felice. Una nota del parlamentare/ senatore Marcucci la dice davvero lunga sulla politica e sul disformismo pagato dal popolo – con il sudore della fronte, con il sudore di chi muore, – per citare un’altra bella canzone dei News Trolls “Miniera “. Ma cosa vuol dire questo? Perché- si parla si parla-, altra canzone splendida del nostro Lino Rufo, – e non si arriva mai a niente? – Dove accade, tutto questo, con certezza e scientificità temporale?
Qui, il nostro Molise, gioca la carta del jolly. Tutti e tutto, bene e male, bello e brutto, “il Molise di tutti” diventa pilota per determinare la condizione di una Nazione che ci relega all’ultimo posto in ogni e dove, ma ci gratifica per falsità e irriverenza di ogni schema e di ogni condizione. – Era tutto previsto, – è qui un’altra canzone cult del panorama italiano, ci ricorda che ogni cosa è studiata a tavolino; sia per produrre benefici personali, sia per il contrario, come spesso accade.
Era previsto che l’autostrada avesse una sua società che avrebbe dovuto gestire la stessa , che non esiste, sia chiaro; che la metropolitana leggera era simbolo di egocentrismo all’ennesima potenza dotata di economie per progettisti e prenditori ma non per favorire treni che non ci sono, e non ci potranno essere per varie funzioni strettamente collegate ai treni stessi ed alle proprietà; una sanità che da sempre – ha il sapore di chi muore e basta -, basti pensare su tutte, la questione della Torre Covid, e stavolta non c’entrano nulla i News Trolls; una situazione salariale ai minimi termini; un fuggi fuggi, assecondato da vocali assurdi di sindacalisti che hanno perso la pila e quindi la via di casa; di fabbriche storiche come l’Unilever e la sulla riconversione menzognera; Stellantis, per non dimenticare l’Arena oggi Gam prima Sam; la GTR, l’ ITR, la Crodo, la Cometa, la Tecnosud, la Temprasud.
Tutto accentuato dallo sfascio della scuola, vero baluardo identitario e vera dinamite determinante il libero pensiero, dello sfascio culturale che vede arrampicarsi sugli specchi sapendo di non avere le giuste ventose. Spregiudicata, poi, la politica delle risorse umane, sfruttate e poi cestinate come carta straccia.Eccome non parlare di come lo Stato rende i Molisani, sempre più succubi di assurde decisioni come, non ultima, quella di istituire un Parco Archeologico in quel di “Altilia “, cambiandone anche il nome in Sepino? -(forse unica cosa che ci riporta alla realtà) – Colpa di chi ???? Chi chi chi chi,- canta ancora Zucchero…… Colpa di un Molise che non conserva la sua natura rurale, ma sana.
Di un Molise che cancella l’identità di molisani veri e mai banali che vedono il non favore di quei molisani che, nell’ergersi a paladini di una regione, ormai all’ultimo posto, persino per efficienza e favore universitario, dichiarano “fini a sé stessi” e mai condizionanti la vera voglia di essere diversi. Isernia e le sue elezioni per lo scranno da Sindaco ci insegnano che la politica non finisce mai di stupire e di accentuare quel detto: “Quello che la politica dice oggi è vecchio già ieri “.
Una fortuna in tutto questo? In Molise l’amore ha le mani sporche di farina.
Maurizio Varriano