Sollecitato dall’Università delle Generazioni di Agnone, il medico psichiatra Domenico Barbaro di Isernia interviene sulla problematica degli anziani soli ed abbandonati spesso nelle case di riposo o vittime della solitudine come l’anziana ritrovata morta a Como dopo due anni dalla sua scomparsa.
Ma ciò che l’ iniziativa ha evocato nel mio animo è una riflessione su una situazione collaterale a quella di cui voi avete perorato la causa. Da medico e psichiatra ho notato in questi ultimi anni uno strano fenomeno: una migrazione di anziani soli provenienti dal nord Italia e sistemati nelle case di riposo del nostro Molise. Certamente in tali strutture alloggiano anche e soprattutto anziani locali. Come dire che è consuetudine ormai molto diffusa nel nostro mondo di relegare i nonni non più produttivi in una particolare “quarantena” fino all’esito mortale. Ma il fatto di farli giungere dal Nord a mo’ di emigrazione per me è stata una sorpresa.
Mi sono chiesto il motivo e non mi sono certo fermato alla motivazione che le tariffe settentrionali possono essere più elevate. Sono andato oltre e da buon psichiatra ho interpretato il fenomeno come un simbolico bisogno di allontanare il più possibile il congiunto dal proprio contesto sociale, quasi a tacitare la coscienza non vedendolo più, anzi dimenticandolo. Insomma, una censura freudiana severa non di un evento stressante ma addirittura di una persona considerata inutile. Ormai ne ho visti parecchi di questi casi. In quegli occhi smarriti ho letto una solitudine esistenziale inguaribile, un vissuto abbandonico, un amaro sentimento di frustrazione. Quando ho chiesto dei loro congiunti mi è stato risposto che il viaggio per una breve visita è troppo lungo e difficoltoso.
Così questa emigrazione prosegue, e nessuno si accorge che questa nostra società sta divenendo, oltre che violenta,a nche cinica, irriconoscente, indifferente alle proprie radici e alla propria storia”.