Della Casa di Riposo di Bojano ne abbiamo parlato per giorni ed abbondantemente.
Dopo un finto chiarimento da parte dell’Amministrazione che governa lo stabile e l’attività socio sanitaria e d’accoglienza Bojanese, voluta fortemente dall’indimenticabile S.E. Mons. Antonio NUZZI, per tutti i Bojanesi, Don Antonio, e la falsa aspettativa di una nuova vita insieme, altra incredibile decisione del CDA guidato dal Presidente Don Franco D’Onofrio.
Ricorderanno tutti la poca chiarezza a cui sono stati esposti i dipendenti della stessa e l’intera Cittadina Bojanese, sia da parte del CDA che da parte della Curia Campobassana, sempre più distante dalla Cittadina che in tempi passati ebbe a riscriver la storia di una Arcidiocesi senza pari.
Dopo l’annunciata dismissione con contestuale licenziamento delle maestranze, il ritorno sui propri passi, l’incontro Bojanese da parte del Vescovo Bregantini, tutto presagiva al meglio. Come per le migliori squadre di calcio, lo sbollire gli animi è sinonimo di melina. Dopo la melina l’attacco risolutore. Metafora? Non proprio.
Verità assoluta che ancora una volta sconfessa la credibilità della Chiesa, o meglio, degli uomini di Chiesa e getta ancora una volta nello sconforto una Città ed oltre 20 operatori coinvolti. Non sono bastate le migliaia di firme per scongiurare il peggio anche nel ricordo di quell’incontro a tema presso la sala del Palazzo Colagrosso che accese gli animi a causa di parole non controllate del Vescovo e della sua stole di predicatori che vennero a parlare di lavoro sapendo, a questo punto, di mentire.
E’ notizia dell’ultima ora di un bando che rimette la Casa di Riposo in vendita nell’indifferenza più alta e senza tutele certe e significative, per le maestranze e per l’intera cittadina. Don Antonio Nuzzi dal suo posto in Paradiso, meritatissimo, crediamo tutti, si farà ancora sentire con tuoni e saette.
Un bando che disegna la stessa identica strategia messa in campo in precedenza solo che adesso c’è l’avvallo della carta bollata. Incredibile ed umiliante smacco nei confronti di tutta la cittadina Matesina. Presto un incontro con i sindacati per decidere ancora una volta il da farsi, – ricordiamo in primis l’interessamento di Pasquale Guarracino, l’unico ad aver perorato seriamente la causa dei penalizzati dalle scelte di un Cda che vede la Chiesa esserne decisamente la decisoria-. Ma al danno si aggiunge la beffa. Solo qualche ora fa il presidente del CDA, Don Franco D’Onofrio, si spoglia del vestito da prete e scrive ad un indomito sostenitore dei diritti dei lavoratori una lettera che sa di avvertimento. Tale lettera, che alleghiamo rappresenta esattamente il clima e le certezze di essere in balia di una forte e deprimente condizione morale. A voi il commento !
Maurizio Varriano