-“ Pronto, scusi, mi chiamo………………… vorrei delle informazioni su delle pratiche liquidatorie verso l’associazione…………….., con chi potrei interloquire? “- questa una delle tante telefonate che il centralino della Regione Molise riceve ormai da mesi. La gentilezza degli operatori è allo stremo. Abbiamo telefonato per verificare l’accaduto, o meglio, quanto accade spesso e volentieri presso il centralino, ed è stata evidente la posizione di imbarazzo di una operatrice – “ non è il nostro compito dare riferimenti a pratiche a noi sconosciute. Cerchiamo di essere sempre al servizio, garbati. Rispondiamo ciò che ci viene dettato dai vari servizi regionali ed è chiaro che oltre non possiamo fare. Spesso accade che passiamo la telefonata, come ci si chiede, ma dall’altra parte non vi è chi la raccoglie.
Ci invitano anche a non favorire tale condizione fornendoci risposte, spesso evasive, ma noi facciamo il nostro lavoro in corrispondenza di ciò che ci viene impartito. Non abbiamo mai pensato di divincolarci da obblighi e mai ci siamo sostituiti a nessuno, questo è chiaro ma a volte ci capita di dover scusare l’assenza di risposte e solo in tal senso. Ci dicono di dire che i pagamenti sono fermi a marzo e questo facciamo. Siamo dei dipendenti e forniamo, -ndr : del resto le telefonate vengono selezionate anche per scopi qualitativi, – un impegno non facile in situazioni difficili.”-
E’ palese la difficoltà che l’Ente Regione sta attraversando e questa realtà ne manifesta anche fragilità strutturale. La pressione verso gli uffici è sicuramente dirompente. Troppe condizioni negative alterano i rapporti di interconnessione che spesso e volentieri la politica spiffera in campagna elettorale non facendo i conti con i dirigenti ed i funzionari, veri fautori dei successi ( pochissimi ) e degli insuccessi ( tantissimi ).
Da quando la politica è “ succube “ di elefantiaci strutture che minano a seconda delle posizioni, ( innegabile ) le condizioni di voto, per colpa del pensiero di legislatori dal naso senza olfatto che nel far credere snellimenti e velocità di risposte, restando preda di invettive e di accanimento di chi giustamente non ha risposte, ha raggiunto livelli minimi di coerenza, credibilità, attaccamento agli ideali tanto decantati. La politica, diciamola tutta, ormai è allo sbando e solo una vera riforma che riconduce ogni cosa alla sua centralità effettiva con oneri e onori, può cambiare le cose.
Funzionari e dirigenti che godono di privilegi immani, iniziando da stipendi senza logica di merito, hanno minato senza pari un sistema che già mal oleato, ha iniziato a cadere a pezzi sotto il segno dell’indifferenza di essi e della logica di chi decisamente ha a cuore, oltre la politica, la poltrona del comando. La minoranza accusa la maggioranza che quando diventerà minoranza avrà la stessa posizione dell’attuale che spera di diventare maggioranza ma realmente nessuno si sofferma sul perché gli Uffici preposti a far da motore ai vari Governi, non funzionano e non potranno mai funzionare se la politica non torna ad essere centrale ed avere il potere per rimuoverli, dar loro dei punteggi e se negativi, censurarli, metterli nelle condizioni di servire la causa. Non si è mai visto un dirigente licenziato o depotenziato soccombere in giudizio e questa la dice lunga.
Questo non cancella le “ cilecche “ della politica che spesso, accentua le difficoltà prendendo a se dirigenti e funzionari scelti per politica e non per merito, che non fanno altro che portare altra dinamite per demolire più in fretta il palazzo e lasciare, non la politica, ma i cittadini, senza casa.
Maurizio Varriano