Arte e Tradizioni – dalla ruralità alla modernità: è questo il titolo eloquente della mostra in itinere a Termoli, al Castello Svevo, inaugurata il 16 luglio chiuderà i battenti il 28 dopo ben 12 giorni di permanenza nelle sale del maniero termolese grazie all’Amministrazione Comunale, all’Azienda di Soggiorno e Turismo, a privati, alla Stellantis a Vittorio Nola. Espone l’artista Pino Ianiri.
-“Abbiamo fortemente voluto organizzare l’evento in questa città speciale, che si è resa testimone del percorso storico, culturale, economico e sociale molisano attraverso le tradizioni e le esperienze artistiche dagli inizi del ‘900 ai giorni nostri.
Quadri, riproduzioni, attrezzature e oggetti che fanno parte del passato: si è potuto toccare tutto con mano, ammirando i frutti dell’ingegno che ci ha reso orgogliosi delle nostre origini, caratterizzate da una mobilità sempre sostenibile” – esordisce Vittorio Nola. Infatti, la mostra a cura di Pino Ianiri concettualizza le sue opere ad un mondo, quello della ruralità, della semplicità di linee e di volti del passato, che ha reso preservata, la regione Molise, grazie al suo passato strettamente rurale che negli anni 70 ha iniziato ad osservare lontano ed affacciarsi all’industrializzazione, grazie all’avvento dello stabilimento Fiat di Termoli.
Non a caso, in esposizione motori che hanno fatto la storia dell’industria automobilistica. Accanto ad essi la vespa Piaggio del 1949 messa a disposizione da Nola.
Un escursus che ha dell’immaginabile forza contestuale che ha immediatamente catturato l’interesse e la curiosità di già migliaia di visitatori. I segni a matita dell’artista, osservano i fruitori che meravigliati ripercorrono tempi passati che molti di loro, sino ad ora, ignoravano o ne hanno sentito solo parlare dai loro genitori, dai loro nonni.
Mobili, attrezzature dai tempi passati si fondono con le opere pittoriche dal sapore della solidarietà per un tempo ormai svanito nella contemporaneità e nella corsa alle nuove tecnologie. Da qui lo spaccato sui motori messi a disposizione dalla attuale Stellantis.
Questa l’ottica, per innovare ancor più velocemente grazie a poche ma significative azioni: raggiungere l’autonomia energetica; snellire la burocrazia regionale migliorando le infrastrutture fisiche; utilizzare in tempi brevi le tecnologie già disponibili con progetti adatti a perseguire la transizione energetica, ecologica e digitale.
A tal proposito il convegno di apertura, tra i relatori Franco Valente e Amerigo Di Giulio, oltre Vittorio Nola, moderati da Maurizio Varriano, ha messo in luce che di fatto, abbiamo quattro “reti” sovrapposte che dobbiamo ben presidiare con acute competenze: le tecnologie della comunicazione digitale; le nuove fonti energetiche (solare, eolico); le nuove forme di trasporto/mobilità/logistica; lo smart working.
Con la de-globalizzazione internazionale in atto, dobbiamo essere favorevoli alla “globalizzazione del Molise”, cioè ad imparare a fare sistema e a lavorare insieme per il benessere comune. L’ impegno politico, ma soprattutto delle generazioni future, ha come ragione principale la realizzazione di questa prospettiva.
Ripartiamo dal valorizzare i punti forti della nostra terra, dall’acqua all’agricoltura di qualità, per non vederci costretti a combattere ma non riuscire a garantire un futuro ai nostri figli qui, in Molise.
A tal proposito è stato interessante rileggere e mcommentate, durante la presentazione della Mostra, quanto descritto già nel 1988, in un capitolo del libro Italia Rurale,editore Laterza, dedicato a Termoli e affidato da Giuseppe Medici e Corrado Barberis , Laura Nola e a Federico Orlando. Il Molise può determinare un cambio di passo ripercorrendo tempi ed esperienze, la mostra Termolese offre spunti salienti e ampi spazi di bellezza artistica. Visitarla sarà un piacere e goderla in pieno, un arricchimento decisamente propositivo.
Maurizio Varriano