Non voglio parlare di storia, non è il caso e non è certamente il luogo deputato per farlo. Voglio parlare di ciò che accade ogni 13 agosto a Bojano, la mia Città. Prima di farlo, però, è giusto ripercorrere varie tappe importanti e dare un nome alla data di cui sopra: “Ver Sacrum”. Esso, è la festa della “Primavera sacra” dei Sanniti, atto della nascita di Bojano e di altri centri di origine sannita. La rievocazione si rifà al rito sannitico che consisteva nella consacrazione di gruppi di giovani inviati, al seguito di buoi sacri, a fondare nuove civiltà. È una rappresentazione scenica che vuole portare all’attenzione di tutti la necessità di conoscere il proprio passato, di conoscere le proprie origini. Andrebbe istituzionalizzata come spero si debba provvedere, al fine del riconoscimento di rievocazione storica iscritta all’Albo del Ministero Italiano della Cultura.
La rappresentazione si articola in quattro sequenze sceniche. La I scena rappresenta il Ver Sacrum, un rito molto diffuso tra le popolazioni italiche. Il rito era dettato dal principio di popolazione in un determinato momento storico: il Ver sacrum è il distacco di giovani dalla patria di origine alla ricerca di nuove terre, adeguate al proprio sostentamento. La scena si basa sulla consacrazione e sulla divinazione celebrata dal Sacerdote prima di inviare i giovani alla ventura. Subito dopo, si assiste alla migrazione dei Sabini, capeggiati da Comio Castronio e guidati da un bue che si stanzieranno alle falde del Tifernus mons, dando origine alla città di Bovianum.
La II scenarappresenta l’istituzione del Matrimonio, fondamentale nella vita dei Sanniti: esso si attuava come un rito comunitario. Basato non su una scelta privata, ma pubblica, l’amore era asservito agli interessi della patria e la donna era considerata la giusta ricompensa al valore dei guerrieri.LaIIIscena ha il suo centro nella figura di un vecchio saggio che, sebbene abbia perduto il figlio in battaglia, incita i giovani guerrieri a perseverare nella virtù e nel valore, considerati cardini fondamentali di una società giusta e felice. La IV scena rappresenta un rito antichissimo: il giuramento dei giovani che costituivano l’esercito sannita. Da anni, merito della Fidapa in primis, si cerca di proporre una rievocazione che vede coinvolti centinaia di figuranti provenienti da varie località, tra cui il vicino Abruzzo.
Un’amicizia indissolubile che rende onore ed omaggio al tempo in cui non esistevano steccati, ma solo sinergie aggregative che portarono, nel tempo, a costituire un popolo forte, rispettoso delle condizioni politiche, decisamente Sannio. Lo so, è riduttivo ciò che scrivo ma la storia la lasciamo a chi ne è deputato. Le emozioni, quelle che interessano oltre la storia stessa. Bojano è una cittadina senza più grosse aspirazioni, senza più un’anima che un tempo, rese onore e ricchezza ad una Città consapevolmente piena di storia, di fascino, ricca di intelligenze.
La vita scorre decisamente piatta ferma tra la Piazza e gli innumerevoli Bar cittadini. Tutto presagisce ad una stasi che mai come ora ha coronato apatie e stasi culturali. Bojano la si ricorda per aggreganti manifestazioni, per la partecipazione attiva di ogni singolo cittadino alla vita del paese. Ogni anno la decadenza all’incontro è sempre più palese. Le migliaia di persone che affollavano la città d’estate e non solo, un ricordo di gioventù mai cancellato.
La bellezza del paesaggio viene minata spesso e volentieri, da scempi edificatori, da mancanza di arredi urbani consono alla Capitale del Sannio. Si, la Capitale del Sannio che però un’anima ancora pulsa nel cuore di ogni Bojanese. Risvegliarlo donerebbe slancio all’intera Città ed all’intero territorio. Difficile? Provarci ancora è d’obbligo per chi vive Bojano e per chi vorrebbe ancora poterlo vivere. Il 13 agosto, accade la magia. Donne al timone ne danno la dimostrazione tangibile. Si animano di volontà, di sacrificio, di voglia di urlare che Bojano è la storia, è la capacità di viverla, è ancora la Capitale del Sannio. E così da XX anni ogni cosa torna al suo posto e ci si riappropria della propria fierezza e della propria identità.
Ci si confronta, ci si apre all’esterno e grazie alla voce narrante di un immenso Edoardo Siravo, si torna indietro nel tempo e si torna a sorridere consapevoli della ricchezza che l’ Associazione Ver Sacrum Bojano, costituita appositamente, ha inteso conservare per poterla divulgare. E così ogni anno, da ben venti anni, la partecipazione diventa aggregante e solidale. Diventa forza trainante e coinvolgente. Da Larino a Corfinio, coinvolgendo altre realtà territoriali, ci si ritrova a Bojano e si ritorna a vivere unità e storia.
Bojano torna ad essere catalizzatrice di pathos e la piazza, la più grande del Molise, torna a splendere di colori poste sugli abiti delle migliaia di persone che tornano ad affollarla e renderla il più bel salotto molisano. Questa è il vero miracolo del “ Ver Sacrum “ .
Bojano torna ad essere orgogliosamente Molise e nell’immaginario, si torna a sperare che lo sia ancora per il tempo che troverà in futuro spazio nel calendario. Questo, principalmente per questo, un grazie a chi ancora ci crede e che con il Ver Sacrum ci permette ancora di essere sognatori. Da oggi si spera che il 13 agosto 2023, arrivi presto e che nell’aspettare, si faccia cartello e non stupide divisioni e facili arroganti presuntuose voglie autoreferenziali.
Maurizio Varriano
Foto di Antonio Sinibaldi