Che a Roccaraso non si po’ scordare e questo 29 dicembre arriviamo a 85 anni da quando fu realizzato il primo impianto di risalita al servizio dello sci. Fino ad allora in cima alle montagne si saliva con gli sci ai piedi e sotto due pelli di foca. Erano intrepidi quegli sciatori e spesso la fatica per la lunga ascesa veniva compensata da una sola discesa. Quelli più appassionati e preparati da Roccaraso salivano al Campetto degli Alpini e proseguivano per la Selletta, poi scendevano al Piano dell’Aremogna per risalire verso i Pallottieri, dove oggi arriva una moderna telecabina ad agganciamento automatico di 10 posti.
Costoro partivano presto e ci voleva l’intera mattinata per giungere fin lassù a quota 1.900. Sostavano per riposarsi e rifocillarsi e poi giù per una lunga discesa fino all’attacco della Selletta per tornare a Roccaraso ancora in discesa. Quelli che non erano in grado di sopportare un percorso così faticoso sciavano sui campetti o su pista ripide e brevi intorno al paese, una era pure dotata di impianto di illuminazione. Tutto iniziò nel 1910 ad opera del Touring Club Italiano e dell’Esercito che portarono sulle nostre nevi gli Alpini fondisti della Taurinense e due fratelli norvegesi saltatori, Harald e Trygwe Smith, con al seguito diversi rappresentanti della nobiltà romana, attenti alle novità che il nuovo secolo proponeva.
Fu così che dietro consiglio del Principe Umberto di Savoia, assiduo frequentatore delle nostre nevi, il Consiglio di Amministrazione dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo e il Comune di Roccaraso, che concesse i suoli necessari, affidò la costruzione di una slittovia, il primo impianto di risalita al servizio dell’attività sciistica, a due facoltosi “forestieri” rientrati dall’Argentina dove avevano fatto fortuna, il Sig. Raffaele Lebano e l’Ing. Donato Di Domenico.
L’impianto consisteva in una grande slitta in legno posta su quattro pattini di ferro collegati a due manubri, uno per la salita e uno per la discesa, e manovrati da un esperto guidatore. Lo slittone trasportava 14 sciatori ed aveva sulla parte posteriore una capiente rastrelliera per infilarvi dentro sci e bastoncini. In cima a Monte Zurrone, a quota 1602 c’era un argano costituito da un motore elettrico che faceva girare una lunga corda ancorata allo slittone e si avvolgeva o allungava a seconda che questo salisse o scendesse scivolando sulla neve. Di questo tipo di impianto se ne contavano all’epoca in Italia circa una ventina e alcuni di loro avevano due slittoni che si muovevano sulla neve come fossero una funivia a va e vieni.
Questa storia da me raccontata nel libro “La Slittovia di Roccaraso” ha spinto l’orafo roccolano Franco Coccopalmeri a riprodurre in un modellino d’argento lo slittone, che quest’anno è posto in bella mostra al centro della sua vetrina per accogliere tutti coloro che vanno a trovarlo per acquistare il nuovo Fiocco di neve, che ogni anno proposto con disegni diversi caratterizza la stagione della neve a Roccaraso.
Ugo Del Castello