Abbattuto il vecchio palasport di Agnone, al suo posto troverà spazio una nuova struttura moderna e più performante. Il ricordo di un complesso sportivo che ha fatto storia negli ultimi 50 anni è nello scritto di Fabio Sammartino, figlio dell’indimenticabile ingegnere agnonese Pasquale Sammartino che progettò l’opera.
“La palestra comunale di Agnone -scrive Fabio Sammartino- fu realizzata nel 1976/77 su progetto dell’ingegnere Pasquale Sammartino, mio padre, e al tempo è stato un importante esempio di applicazione del sistema Binishell, brevettato dall’architetto toscano Dante Bini negli anni sessanta, e una delle prime “esperienze” di quella tecnica a livello nazionale.
La struttura fu realizzata da un’associazione temporanea di imprese “Binishell – Vincenzo Carosella Costruzioni”. Il collaudo statico fu affidato all’ingegnere Carlo Di Tullio notissimo strutturista e profondo conoscitore del cemento armato e delle varie tecniche di applicazione. L’Italia attraversava all’epoca una fase di grande fermento politico, sociale ed economico. Nel mondo dell’architettura e dell’ingegneria, gli studi condotti nei primi del Novecento sull’evoluzione dei sistemi costruttivi avevano già tracciato la strada verso una nuova concezione della struttura su scala globale: dall’uso del cemento armato di Pier Luigi Nervi alle coperture sottili di Felix Candela in Europa, fino ad arrivare in America con le cupole geodetiche di Buckminster/Fuller. Queste sperimentazioni erano il risultato di una naturale evoluzione dei principi del Movimento Moderno in cui la struttura stessa dell’edificio veniva esaltata come elemento espressivo e compositivo. Ed è proprio su tali principi che si fonda l’innovativo sistema Binishell. L’intuizione di Bini e di tanti attenti progettisti, fu che da una minima pressione si sarebbero potute sollevare tonnellate di peso, se distribuito su una grande membrana opportunamente ancorata a una fondazione di base. Così nasce la Binishell, una tecnica che sfrutta la pressione dell’aria per realizzare costruzioni in cemento armato dalla forma sferica, la cui prima applicazione è avvenuta il 5 giugno 1964 in un terreno situato a Crespellano, nei pressi di Bologna. La nuova tecnologia costruttiva viene applicata in ventitré Paesi nel mondo e per oltre 1600 progetti. Tra questi, c’era la Palestra di Agnone.
L’ingegnere Sammartino ricorse al sistema Binishell per realizzare una cupola il cui spessore della membrana/guscio era pari a 6 centimetri, con un diametro di 32 metri e copriva un’area gioco di 25 metri; la struttura comprendeva una piccola tribuna per spettatori, gli spogliatoi, un pronto soccorso ed altri servizi necessari. La forma stessa della cupola è esaltata dall’uso di colori neutri, come il grigio, che non fu utilizzato come “cosmetico” per coprire la pelle in calcestruzzo della cupola, ma come elemento architettonico che completa l’opera stessa e che aumentava il potenziale espressivo della cupola sferica. Anche all’interno si potevano rintracciare segni architettonici in linea con le tendenze culturali e stilistiche degli anni Settanta, come le grosse pannellature e plafoniere al soffitto. Non è il primo tra i progetti iconici realizzati con il sistema Binishell a fare una brutta fine negli ultimi anni. Nell’estate 2021 è stata demolita la storica discoteca Pick Pack di Crespellano, vicino a Bologna, un locale che negli anni ha ospitato importanti artisti italiani, da Lucio Dalla a Loredana Bertè ed Ornella Vanoni. Negli anni Novanta, il Pick Pack era stato anche la scenografia del video di “Come mai” del duo pop italiano 883, all’epoca sulla cresta dell’onda.
Dopo avere lasciato per anni le strutture Binishell in un cono d’ombra, ignorate dalla critica e dalla storia dell’architettura e da amministratori poco attenti e informati e nonostante l’importante contributo apportato alle scienze tecnologiche e costruttive, ci ritroviamo oggi a dovere piangere sopra le rovine di un’architettura nonostante molte di queste strutture abbiano segnato, in maniera importante, parti della storia dell’architettura, di persone e di intere comunità”.