Il turismo enogastronomico e la cultura in esso partecipata, intrinseca e identitaria, sono il vero volano dell’economia italiana. Tale condizione, sempre esaltata ma mai convintamente promossa con leggi a tutela dei veri promotori, i cuochi, è arrivata ad un bivio.
La pandemia, le norme che non prevedono il giusto riconoscimento, di chi lavora indefessamente decine di ore in cucina per soddisfare le innumerevoli esigenze del fruitore del gusto, la mancanza di vere e proprie tutele della figura del cuoco, soprattutto in ordine ai turni massacranti che egli deve affrontare particolarmente nei periodi estivi, la tutela della formazione continua, vera spina nel fianco dei ristoratori, le innumerevoli tassazioni che affliggono il mondo del lavoro, il non riconoscere tale nobile lavoro quale usurante, allontana sempre più i giovani dal mondo della tutela della biodiversità, dell’integrazione sociale, dell’identità territoriale, della cultura e quindi dal mondo del turismo in ogni sua forma.
Una crisi che determina condizioni di scoramento, come più volte ribadite nell’ultima assemblea federativa svoltasi in Molise. L’appello del presidente nazionale della Federazione Italiana Cuochi, Rocco Pozzulo, sinora inascoltato, sta risuonando l’etere della politica che, pare, abbia aperto spiragli per una seria discussione.
Il compito della Federazione con le Unioni Regionali, è quello di continuare a battersi per una condizione decisamente più attenzionabile ed appetibile da parte dei giovani che, pur conseguendo diplomi ed esperienze, non ritengono di favorire il loro inserimento nel mondo della ristorazione, proprio per le criticità sfavorevoli che attengono i turni massacranti, le tassazioni, i principi necessari di una formazione continua senza benefici in ordine di tempo libero e di facilitazioni in termini di costruzione familiare.
Gli obiettivi valoriali del cuoco, restano l’unico viatico per trasmettere forza e volontà per e nel continuare percorsi che possono tramutarsi in vere opportunità, benessere economico e traghettare il valore del cibo come percettore di qualità, identità, biodiversità, territorialità, cultura. A tal proposito, considerando con tali specificità la necessità di innovazione, di sviluppo ed il rafforzamento delle competenze dei giovani per l’orientamento e l’occupabilità, e la divulgazione e tutela della biodiversità alimentare connessa alla ricerca e la digitalizzazione, le Unioni Regionali del Molise e della Puglia, già attivamente partecipi al processo di cambiamento positivo, hanno inteso unire le forze e insieme all’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo del Molise, porre all’attenzione della politica e del mondo connesso alla ristorazione, al turismo ed alla cultura, un patto di collaborazione progettuale.
I rispettivi responsabili delle tre entità, Remo Di Giandomenico per l’Aast, Massimo Talia per l’Unione Cuochi del Molise e Salvatore Turturo, per l’Unione Cuochi di Puglia, sottoscriveranno l’accordo di partenariato, con i rispettivi responsabili del Comitato Tecnico, nelle persone di Maurizio Varriano e Costanzo Cascavilla, in Termoli presso la sede dell’Unione Cuochi Regionale del Molise “ Ristorante Svevia “ in via Giudicato Vecchio, mercoledì 7 giugno a partire dalle ore 11,30. Saranno presenti i delegati provinciali delle Unioni Regionali coinvolte. Invitati gli assessori regionali al Turismo e Cultura delle regioni Molise e Puglia. Madrina della sottoscrizione Grazia Di Bari, consigliere delegato alle attività culturali della Regione Puglia.