Agnone Capitale della Cultura Italiana 2026 beneficia ora anche di “sponsor” di spessore della letteratura italiana.
Se tutti i personaggi ed autorità di caratura nazionale ed internazionale che hanno visitato la Pontificia Fonderia Marinelli volessero esprimere un loro parere su Agnone sicuramente nascerebbe un libro di centinaia di pagine con giudizi positivissimi sulle bellezze storiche, artistiche e culturali dell’Atene del Sannio.
A spezzare una lancia su Agnone quale Capitale della Cutura Italiana 2026 tre firme importantissime della letteratura nazionale.
Chiara Gamberale con le sue radici agnonesi:
“Agnone è un incantesimo dentro alla realtà già di per sé incantata della dorsale appenninica, un meridione che somiglia solo a se stesso, senza le promesse del mare, ma anche senza le sue bugie.
Un meridione autentico, troppo spesso dimenticato in virtù di meridioni che sanno urlare più forte, un meridione dove la bellezza è un segreto che nell’identico momento si conserva gelosamente ma si riserva con immediata generosità a chi arriva.
E Agnone, di questo meridione, è, appunto, un incantesimo. Sospeso fra l’architettura delle sue chiese, la profondità delle sue tradizioni, lo scintillio delle ‘ndocce, il suono delle sue campane e il silenzio della Ripa che tutto protegge”.
Amica di Gioconda Marinelli, scrittrice e giornalista agnonese , è Dacia Maraini:
“Sono venuta più volte ad Agnone per diversi appuntamenti culturali, apprezzando la sapiente dinamicità del luogo e dei suoi abitanti.
E visitando la Pontificia Fonderia Marinelli ho avuto la fortuna di vedere con i miei occhi il Museo internazionale della Campana, muovendomi affascinata fra le campane antiche e nuove che ricordano il lavoro di generazioni di grandi artigiani.
C’è qualcosa di talmente umano, nel senso dell’ingegno creativo, della sapienza meccanica e chimica, in questo processo da apparire disumano: quasi fosse un lavoro degli angeli per festeggiare i cieli”
Non ultimo il messaggio dello scrittore e critico letterario Emanuele Trevi:
“Mi auguro che la candidatura di Agnone a capitale italiana della cultura vada a buon fine, perché la ricchezza dei beni culturali del paese e dei dintorni merita di essere valorizzata più di quanto è stato possibile fare fino ad ora, e a questa si uniscono una vivacità culturale e un’ospitalità degne del riconoscimento tanto auspicato”.
Se bastassero i giudizi positivi dei tanti protagonisti della cultura, spettacolo, politica e religione ed altri sulla cittadina, Agnone sarebbe già vincitrice dell’ambito concorso nazionale.