La 73^ edizione del presepe vivente torna a essere quella della tradizione e riscuote, oltre il successo di pubblico (5 mila spettatori stimati), plauso critico anche dai più scettici. “Mi sono emozionata a tal punto che non sono riuscita a contenermi nelle lacrime” una delle tante testimonianze spontanee raccolte tra la copiosa folla accorsa da ogni e dove, a plaudire la manifestazione. Il freddo della sera, dopo una giornata all’insegna delle temperature anomale per questo periodo, inizia a farsi sentire, i grandi bracieri iniziano a fumare e sputare lingue di fuoco, migliaia di luci d’auto impazzite corrono lungo la via che mena alla Piana di Piè Lucente, incantevole locazione della natività più longeva d’Italia, dopo quella di Greccio.
Tutto si pone nei migliori dei modi, l’emozione e la condivisione di un nuovo concetto di trasferire l’urlo di Pace è decisamente palpabile. La gente assiepa il pianoro, le luci si spengono e alle 18,00 in punto, l’immaginario sipario si apre al tempo che scorre. La capanna si illumina, il racconto ferma i battiti dell’ansia e…. tutto torna! La rappresentazione scenica è di quelle che confermano il presepe di Rivisondoli tra i presepi più suggestivi e belli d’Italia. Cavalli, angeli, pastori, occupano la scena illuminando la piana con fiaccole e suoni che emanano concetti di pura misticità e di grande impatto emotivo. Le zampogne della Maiella accompagnano i pastori alla capanna nell’attesa che i Re Magi, figure affascinanti e suggestive della tradizione di Natale, donino al bambinello Incenso, Oro e Mirra, simboli di meditazione e purificazione; regalità; umanità determinante per la vittoria della vita sulla morte.
Ogni scena indica la via e l’unica percorribile è quella dettata dalla nascita di un bambinello, rappresentato dall’ultimo nato del paese montano, che viene alla luce per riportar nel mondo quella felicità che troppo spesso smarriamo, che inconsciamente nascondiamo ma che non ci abbandona se cercata. La felicità di una nascita che si concentra sul dono della Pace, della Fratellanza, dell’aiuto reciproco che spesso e volentieri inneggiamo ma poi lo fluttuiamo nei profondi abissi di mari non più calmi ma decisamente tempestosi.
La felicità prima o poi arriva e, se la costante è la condizione di manifestare con simbologie e tradizioni, ben venga e si faccia ulteriormente strada verso quella splendida capanna dove il bue e l’asinello riscaldano l’infreddolita Madonna che accudita da un San Giuseppe sempre più stanco del suo peregrinare, pone solchi pieni di Amore accompagnato dal suo bordone, simbolo di Vita, di Cammino, di Pace.
I fuochi d’artificio illuminano il cielo ormai buio e pieno di nuvole arrivate da lontano per piangere le sue lacrime dal sapore dell’amarezza per un mondo che ormai cancella tradizioni, simboli e passioni comuni e, nel concreto pone al cospetto della Capanna illuminata, un fragoroso applauso che segna la fine del tempo passato e la voglia di pensare al futuro senza più nascondersi dietro maschere dal buonismo senza costrutto ma solo di pure facciata.
La risposta della gente è la vera forza per riappropriarsi del passato e tornare a sperare che ogni cuore finalmente torni a non fermarsi più all’apparenza e battere sempre più forte per rumoreggiare l’Amore, non solo la Piana della splendida Rivisondoli, ma ogni presepe, ogni angolo, anche quello più recondito di un mondo che è sempre più stanco di porsi come semplice contenitore di pensieri e genti dalle mani tinte dal sangue dell’arrivismo, del potere, della maledizione di Dio.
Non a caso il presepe di Rivisondoli, gemellato al Molise come a altre realtà amministrative e non, ogni anno cerca di ampliare la partecipazione aprendosi all’esterno. Quest’anno i figuranti hanno fatto arrivo da Petina (Sa) grazie al gruppo della “Spiga Rossa”, da Sant’Elia a Pianisi (CB) grazie alla Proloco Planisina che ha donato il cesto offertoriale, da Sambuceto e dalla Maiella. San Giuseppe è stato interpretato proprio dal Sindaco di Sambuceto, Giorgio Di Clemente che emozionatissimo si è così espresso “la Pace è la condizione per poter condividere il bene. Che sia la nostra una goccia che, mi auguro, possa aprirsi al Mondo”.
Le vesti della Madonnina sono state poggiate sull’esile corpo della 15enne Lisa Pantalone, il Bambinello è stato interpretato da Liam Vittoria di soli 2 mesi. Don Daniel Cardenas, parroco del borgo, da qualche anno anima del presepe insieme a Patrizia Ferrara, costumista e regista e Massimo Di Francesco, supportati dalla collaborazione storica di Maurizio Varriano, hanno dichiarato la loro soddisfazione e già sono al lavoro per l’edizione 2025 che vedrà novità assolute in termini partecipativi con un tuffo sempre più nel passato. Presenti il sindaco Mario Nugnes di Roseto degli Abruzzi e l’assessore Di Basilico della Città di Atri che hanno così onorato il gemellaggio tra le città del presepe.
“Una 73^ edizione dal sapore dell’accoglienza tipica delle nostre comunità che accresce anno per anno e che conforta nel condizionare positivamente segnali e messaggi di Pace, seppur modesti ma intensi. Da cittadino prima e poi da Sindaco di Rivisondoli sono orgoglioso di un presepe che lascia spazio all’emozione e alla grande partecipazione popolare. Il ringraziamento non è d’obbligo ma sentito, pieno di speranza in un futuro di certezze e non più macchiato da Guerre” queste le parole di consapevole pienezza del ruolo e dell’uomo, partecipate da Giancarlo Iarussi sindaco di Rivisondoli.
Non tutto riesce a condizionare la felicità ma essa, se conforme alla voglia di partecipazione, corrisponde a verità e gioia di condivisione. Questa la filosofia che ha reso il dopo presepe predisporsi al canto e al ballo che grazie al gruppo folklorico “Spiga Rossa” di Petina, hanno animato la piazza e favorito la giusta allegria per poter pensare che ogni cosa non arriva per il solo caso.
Maurizio Varriano