Troppo poca mezz’ora per delineare i progetti, gli investimenti e ciò che Agnone potrà offrire sotto l’aspetto turistico ed economico qualora la cittadina altomolisana diventasse Capitale della Cultura Italiana 2026.
Questa mattina, 4 marzo, alle ore 9.00, nella sala “Spadolini” del Ministero della Cultura di Roma, una folta delegazione di agnonesi e di molisani tutti, capeggiata per la cittadina altomolisana dal sindaco Daniele Saia e da tantissimi sindaci ed amministratori dei Comuni del territorio, e per la regione Molise dal presidente Francesco Roberti con assessori e consiglieri del parlamentino campobassano, ha posto all’attenzione della giuria i perché Agnone potrebbe essere depositaria per il 2026 dell’ambito titolo nazionale.
Si sono alternati ai microfoni il sindaco Saia, la scrittrice Chiara Gamberale, l’ing. Rosita Levrieri, il co-titolare della Pontificia Fonderia Pasqualino Marinelli, per gli studenti Sophia Marinelli dello Scientifico di Agnone, il presidente della Regione Francesco Roberti e responsabile del progetto la prof. Letizia Bindi i quali a 360 gradi hanno esposto le ricadute positive e quale futuro potrebbe avere tutto il Molise se Agnone diventasse Capitale della Cultura Italiana fra due anni. Niente è stato lasciato al caso.
Dall’aspetto economico a quello turistico, sociale e di sviluppo soprattutto per i giovani. E proprio la studentessa liceale Sophia Marinelli ha sottolineato come anche nelle piccole realtà i giovani possono crescere e trovare il proprio domani. Intervento questo che ha riscosso plausi fino ai complimenti dal giornalista e scrittore, Davide Maria Desario, presidente della giuria, composta da sette qualificati rappresentanti.
“Agnone potrà trasformare il suo futuro” ha sottolineato la Bindi argomento questo sul quale tutti gli interventi dei relatori hanno fatto perno anche quando al termine, sono stati incalzati dalle domande dei giurati.
Appassionato e commosso il dire di Saia che ha marcato come Agnone è pronta a diventare da “Atene del Sannio ad Agorà e punto di riferimento per riflessioni e pratiche culturali sui temi della dignità, dell’equità sociale, della coesione, dell’accoglienza, della creatività e dell’innovazione per contribuire a costruire un futuro il cui margine possa essere centro perché Agnone è un gioiello di cultura italica dalle radici profonde proiettata verso il futuro, consapevole che e la sfida globale si gioca tornando ad abitare i piccoli luoghi custodendo bellezza, e sostenibilità accanto ai valori umani condivisi”.
Interventi interrotti da lunghi applausi dei presenti, dai cittadini agnonesi che partiti in pullman nella nottata hanno raggiunto Roma per far sì che “un sogno si realizzi”.
Nel dossier presentato ecco le previste Ndocciate a Roma, Bruxelles, a Montreal in Canada ma anche a Gorizia ed Agrigento come fil rouge di Agnone Città del Fuoco e recupero della “profondità storica”.
Ma anche la kermesse dei Fuochi Rituali e Cerimoniali a livello europeo o la giornata internazionale della Transumanza. Quindi laboratori di scrittura, di arteterapia, di Storia dell’Arte, di danzoterapia e musica, di cinematografia della montagna, mostra di ori ed argenti dell’Appennino, musica delle tradizioni fino alla Campana per la XXIII Olimpiade di luglio prossimo a Parigi che verrà fusa dalla Pontificia Marinelli.
Mettere in rete le realtà molisane, e per questo sono pronti cinque pulmini come taxi congiungenti Agnone con i centri più coinvolti nel progetto anche l’impegno economico della Regione Molise.
Un “sogno” che vede protagonisti col Comune di Agnone anche l’UniMol, Enti, Associazioni e Amministrazioni per stimolare il rilancio nel “percorso di appartenenza alla loro terra”.
Insomma il Molise tutto, come sottolineato dalle immagini di promozione proiettate nel corso della riunione, che non hanno escluso manifestazioni come i Misteri di Campobasso, le Carresi o il concerto di zampogna e campana o le immagini su Pietrabbondante ed altre bellezze di questo Molise che per molti ancora “non esiste”, coinvolto in uno studio articolato e profondo.
La simpatia di Agnone, poi, nel suo “Benvenuti in Agnone” -come intercalare- rimarcata dai relatori in più passaggi come invito a tutte le comunità per stingersi attorno ad un progetto che può diventare “punto fermo per tutta Italia” anche per nuove creatività.
Quindi le audizioni sono continuate e continueranno anche domani 5 marzo per la presentazione dei dossier degli altri nove centri (Alba, Gaeta, L’Aquila, Latina, Lucera, Maratea, Rimini, Treviso e l’Unione dei Comuni Valdichiana Senese) che con Agnone ambiscono al prestigioso titolo di Città della Cultura Italiana 2026.
La proclamazione della vincitrice è prevista entro il 29 marzo prossimo.