Difficile poter smaltire sin da subito l’adrenalina formatasi in ogni molisano. Alle 11,00 la Commissione si è seduta al tavolo dove stavolta spicca la presenza del Ministro alla Cultura, Gennaro Sangiuliano. Scevri da condizionamenti paventati da tempo, in maniera composta, silenti nelle movenze e nelle emozioni, i giudici lasciano spaio alle parole del Ministro che con garbo istituzionale, dalla voce appena un tantino rotta dall’emozione dettata dalla prima volta, legge le motivazioni e proclama l’Aquila quale Capitale della Cultura 2026.
L’applauso liberatorio dell’intera sala è il compendio ad una corsa lunga mesi di duro lavoro. Lo sconforto si palesa sui volti di chi ha creduto di poter farcela. Sconforto che però, viene cancellato da sorrisi e strette di mano che conclamano la vittoria di tutti, nessuno escluso. L’Aquila rappresenterà benissimo la cultura di un territorio che comunque guarda al Molise con attenzione e con sintonia, viste le analogie e le correlazioni storico culturali insite alle due realtà che da sempre sono espressione di un solo territorio.
Sarà stato un caso ma sindaci di Agnone e dell’Aquila, come i presidenti Marsilio e Roberti, erano seduti affianco. Resta il rammarico per un lavoro apprezzato da tutti e l’espressione che ancora aleggia nella sala: “Il Molise è per me un sogno. È un mito tramandatomi dai padri e rimasto nel mio sangue e nella mia fantasia”. Universo pieno di odori, suoni, rumori che tornano nel sangue al solo pensiero di esso che ha consacrato Agnone tra le grandi, tra città molto più blasonate e che ha mostrato una sola vera criticità: la minore mancanza di fondi. Il pensiero di Francesco Jovine si è trasferito al presente e ha donato, grazie a tutti gli attori della incredibile sfida, splendore alla emozionante corsa al trono di Capitale Italiana della Cultura 2026.
Non c’è stato mai un momento di stanca e sempre si sono mostrati i vestiti migliori. La voglia di tornare a essere il Molise della felicità, quella “felicità, come la purezza interiore, che non ha prezzo” ha reso Agnone un punto di riferimento per Agnone, i Molisani, l’intera cultura nazionale. “Tutti pronti a ricostruire le parti mancanti poiché il cuore è tornato battere decisamente forte” la cliché umano del sindaco Daniele Saia, in occasione dell’audizione. Che tale si ponga come sigillo a continuare quello che con sacrificio e gratuitamente si è posto sul tavolo della cultura nazionale.
Le campane suonino a distesa come avrebbero suonato in caso di vittoria e ridonino al Mondo, come urlava Mahatma Gandhi “La vera bellezza consiste nella purezza del cuore”. I parchi letterari d’Italia hanno tifato per Agnone, sede del parco letterario e del paesaggio “Francesco Jovine” e con essi tutto il Molise e gran parte di un’Italia attenta alle problematiche che affiggono le aree interne. L’Aquila è pronta a collaborare e come per la sfida raccolta grazie all’incessante sprono di Francesco Paolo Tanzj, sia convinzione continuare, partecipare, sostenere e tentare la definitiva aggregazione culturale con la creazione di una Fondazione che abbia a sé ogni tassello del dossier.
Le espressioni forti di Chiara Gamberale continuino, seppur nel silenzio, a spandere il risveglio, emozioni e partecipazione. Così sia per Sophia e i tanti giovani che si aspettano azioni vere da parte di una politica sempre meno attenta verso il futuro di ogni piccola realtà che mira alla restanza. Quel sogno che tramandato dai padri non deve più andar via. Il tempo faccia la sua parte consolidando e accrescendo la consapevolezza che le basi sono state ormai cementate, la filosofia della resilienza potrebbe dare uno stop alla fuga dai propri affetti, dalle tradizioni, dall’identità. Anche per questo, Agnone sarà sempre Capitale della Cultura!
Ma.Va.