L’Aquila è la Città Italiana della Cultura 2026. Una cerimonia quella di stamani a Roma, che ha visto il Ministro Gennaro Sangiuliano proclamare la vincitrice. Ma a latere del primo posto è stato importante ascoltare come tutte le nove città finaliste faranno rete con interscambi turistici e culturali perché in sostanza sono state tutte meritevoli.
Sangiuliano ha accolto la proposta del presidente di Commissione, Desario, di premiare dal prossimo anno tutte le città che rientrano fra le dieci meritevoli.
Non finisce qui dunque il sogno di Agnone. Finisce in termini dell’agognato milione di euro in palio per la prima classificata e per l’inizio di realizzazione del progetto del dossier presentato ed analizzato dai giurati, ma certamente inizia un nuovo periodo di flusso turistico per la cittadina molisana.
“Ha vinto Agnone, ha vinto il Molise –ha detto subito il sindaco Daniele Saia presente alla cerimonia di premiazione-.
Non abbiamo ottenuto il titolo di “Capitale Italiana della Cultura 2026”, ma abbiamo vinto perché abbiamo imparato una lezione ancora più importante: anche il margine può essere centro.
Lo abbiamo dimostrato attraverso il grande spirito di coesione e partecipazione attorno alla candidatura dell’Atene del Sannio. Agnone è stata protagonista per mesi sulla stampa nazionale e locale, i video promozionali hanno raggiunto il record di visualizzazioni e sono stati condivisi in tutto il mondo, numerosi i turisti che hanno visitato il nostro borgo dopo l’annuncio delle 10 città finaliste. In giro per l’Italia ho parlato in continuazione del nostro centro e le risposte sono state sempre le stesse: “Agnone? Certo che la conosco!”. Una visibilità grandissima che si è estesa anche agli altri Comuni molisani.
Il Molise è stato uno abbraccio con calore delle ambizioni di un piccolo borgo ricco di storia, arte e tradizioni. La definirei un’appassionata testardaggine che ha creato un senso di comunità che probabilmente non si vedeva da tempo. Da Campobasso a Isernia, da Termoli fino alle cime dell’Alto Molise. Ed è da questa prospettiva di unione e determinazione che ora bisogna ripartire. Il progetto “Fuoco, dentro. Margine al centro” non finisce di certo nel tritacarte.
Non disperdiamo le forze, perché ci impegneremo per realizzare le iniziative previste nel dossier. Lo faremo anche con l’appoggio della Regione e di Roma, con il sostegno confermato dal presidente Roberti e dal ministro Sangiuliano.
Grazie a chi ha lavorato affinché tutto questo fosse possibile. Professionisti preparati e attenti, le migliori energie del nostro territorio. Adesso il sogno continua con una nuova direzione, verso Agnone capitale del margine. Il margine che tutto contiene e che tutto vede, il margine che vuole raccontare storie di luoghi incontaminati e meraviglie senza tempo”.
Chissà se Agnone ci riproverà. In fondo L’Aquila ha vinto e non era la prima volta che si candidava all’ambito titolo.