Una storia infinita quello dello stabile targato Iacp (Istituto Autonomo Case Popolari), delle case da riattare per uso popolare proprio di fronte la chiesa di Sant’Antonio nel cuore del centro storico di Agnone.
Quasi un ventennio di lavori a singhiozzo che da tempo mortificano la bellezza del sito e danno adito a critiche dei tanti turisti costretti a vedere simile bruttura.
Da qualche giorno ponteggi e impalcature hanno di nuovo avvolto la casa.
“È partito l’intervento di ristrutturazione del fabbricato di proprietà dello IACP in via Cavour –annuncia in una nota il sindaco Saia–.
Al completamento dell’opera il centro storico si arricchirà di un nuovo e suggestivo scorcio. Un risultato centrato da parte dell’amministrazione comunale che ha lavorato a lungo affinché i lavori iniziassero”.
Lavori e contenziosi fra Comune e l’Istituto e fra quest’ultimo e ditta esecutrice dei lavori fino al punto di vedere pochi anni dopo il 2000 un enorme telo coprire la facciata della casa, riproducente la fotografia di come l’edificio sarebbe dovuto essere una volta ultimato.
Poi i cantieri furono riavviati e videro chiudere con mattoni le finestre e porte dello stabile ed anche il telone sparì. Una casa posta in un punto importante di Agnone dove il senso unico impone obbligatoriamente alle auto di transitarvi sotto.
Stop e riapertura dei cantieri pare dovuto a liti giudiziarie fra l’ente isernino e la ditta appaltatrice dei lavori.
Nel 2018 il sindaco Lorenzo Marcovecchio stanco della situazione scrive allo Iacp.
“Nella qualità di Sindaco del Comune di Agnone –nella lettera dell’allora sindaco Marcovecchio all’Istituto Autonomo Case Popolari- nonché quale responsabile della protezione civile del predetto Comune, mi trovo ancora una volta a scriverVi per segnalare lo stato di abbandono e di pericolosità – in cui versa oramai da anni – l’immobile di via Cavour. Nonostante, infatti, le rassicurazioni circa la definizione giudiziaria tra il Vostro spett.le Istituto e la ditta che avrebbe dovuto effettuare i lavori di ripristino e nonostante successive e reiterate assicurazioni in merito ad una chiusura del cantiere, a tutt’oggi permane nella parte storica del Comune amministrato dal sottoscritto un vero e proprio scempio che non può più essere tollerato.
Ciò, soprattutto, in questo particolare e delicato momento storico nel quale il terremoto ed uno stato di allerta generale crea panico e confusione nella cittadinanza. Tutto ciò premesso con la presente, da valere ad ogni effetto e conseguenze di legge, invita e diffida il Vostro istituto a riprendere i lavori di cui sopra entro e non oltre 15 giorni dal ricevimento della presente. Trascorso infruttuosamente detto perentorio termine (essenziale e di rigore) tuteleremo l’Ente e tutta la cittadinanza nelle opportune sedi”.
Dall’agosto del 2018, data della missiva, silenzio assoluto fino ad oggi quando l’impegno di Saia, sindaco di Agnone e Presidente della Provincia di Isernia, sembra aver dato una svolta definitiva a quella che pareva essere l’ennesima incompiuta della cittadina alto molisana.