“La Legge Quadro sulle aree protette, la 394/91, prevede che ogni parco nazionale si doti di un Piano e il PNALM ha dato avvio alla procedura il 9 novembre 2010, ben 12 anni fa con l’ adozione da parte del Consiglio Direttivo ottenendo anche il parere favorevole della Comunità del Parco, che rappresenta le comunità locali: 3 Regioni, 3 Province, 3 Comunità Montane e 24 Comuni.
La proposta di Piano trasmessa alle Regioni interessate per il prosieguo di competenza, dopo un‘iniziale e purtroppo lunghissimo periodo di stasi, sfociava nel 2021 in un protocollo d’intesa tra le Regioni interessate per la sua approvazione definitiva e la Regione Abruzzo, in qualità di ente capofila, avviava la necessaria procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) che si è conclusa con Determinazione favorevole nel 2023, tempi relativamente brevi per una procedura di questo tipo che prevede un ulteriore passaggio di verifica da parte degli enti competenti e dei cittadini.
Contestualmente all’apertura delle consultazioni previste in sede di V.A.S., il Piano è stato depositato e reso pubblico presso le Regioni, le Comunità Montane e i 24 Comuni direttamente interessati per la fase di accesso e verifica da parte di tutti i soggetti interessati. Cittadini, associazioni, organizzazioni di categoria, hanno avuto un tempo di 120 giorni (invece dei 60 previsti dalla norma) al fine di consentire a tutti questi soggetti, i cosiddetti “stakeholders”, di poter esercitare il diritto alle osservazioni.
Dalle informazioni recentemente raccolte sul sito del PNALM emerge che nel periodo di pubblicazione sono pervenute al Parco n. 54 osservazioni da parte di Comuni, cittadini e categorie rappresentative. Osservazioni in gran parte accolte affinchè il Piano, principale strumento per la gestione del territorio del Parco, fosse il piu partecipato possibile con chi nel parco vive e lavora e nello stesso tempo garantisse gli obiettivi e gli scopi istituzionali che l’Ente è tenuto ad assicurare. Nel caso delle osservazioni che sono state respinte il Parco ne ha motivato chiaramente le ragioni in un verbale e nella versione finale del Rapporto Ambientale della VAS, pure questo pubblico e depositato presso tutti gli enti interessati.
Con Deliberazione n. 1 del 10 febbraio 2023, il Consiglio Direttivo dell’Ente Parco ha quindi adottato il Piano del Parco, prendendo atto dei pareri resi in sede di VAS, nonché delle osservazioni accolte, ha apportato le conseguenti modifiche agli elaborati di Piano, ed ha licenziato lo schema di intesa con le Regioni e i Comuni per l’approvazione del medesimo, giungendo così alla fine di un complesso percorso che ha prodotto una sintesi delle esigenze di conservasione e le aspettative dei territori e di ci ci vive ed opera.
Ebbene tutto questo complesso iter , lungo ormai quasi 14 anni , che si sperava fosse giunto finalmente alla sua conclusione in modo tale da garantire la certezza e trasparenza nella gestione del territorio dell’area protetta, garantendo a chi nel Parco vive e lavora regole certe, tutele quali i rimborsi danni da fauna, l’ordinata e legale gestione dei pascoli e degli allevamenti anche a tutela della salute umana. Mettendo questo patrimonio al riparo dalle infiltrazioni mafiose denunciate anche sulla stampa nazionale negli scorsi mesi.
Questo percorso si é invece arenato nei meandri delle burocrazie regionali di Abruzzo, Lazio e Molise a causa di ritardi e rinvii che ancora ne impediscono l’approvazione che scivola tra le tornate elettorali.
In Abruzzo, dopo che tutti i Comuni interessati hanno firmato l’intesa sul Piano col Parco e la Regione, e dopo che la stessa Regione ha approvato il Piano in Giunta, approvazione alla quale dovrebbe seguire quella del Consiglio Regionale, l’iter si è fermato a causa della fine della Consigliatura. La nuova compagine politica del governo regionale è quasi la stessa della precedente, quindi viene da pensare che non dovrebbero esserci problemi a riprendere il discorso dal punto in cui lo stesso si è interrotto. Siamo però ancora in attesa.
Nella Regione Lazio, pare si sia in attesa che gli uffici regionali, fatte le verifiche di coerenza tra i vari profili normativi, trasmettano l’intesa ai comuni e si proceda all’approvazione. Ovviamente visto il tempo trascorso ci si auspica che il tutto proceda celermente. Un auspicio che speriamo sia presto raggiunto.
Ma è in Molise che si è raggiunto l’apice del paradosso perché quello che sembrava un percorso lineare e anche rapido, si è trasformato in un paradosso incredibile.
I Comuni molisani avevano approvato il Piano e sottoscritto l’intesa con Regione e Parco. La Regione, con l’attuale governo, aveva approvato il Piano all’unanimità in Giunta, viene mandato in Commissione ed approvato, tornato in Consiglio l’assessore Micone, insieme alla consigliera Passarelli, hanno ritenuto di “sfiduciare” il loro stesso governo regionale, proponendo di rimandare nuovamente in Commissione il Piano. In pratica il Governo regionale ha bocciato se stesso rigettando atti approvati, all’unanimità, dalla Giunta prima e dalla Commissione poi, accogliendo, a quanto pare, le richieste di un sedicente comitato di “civici” che in modo sconclusionato e senza alcuna base giuridica, contesta il Piano dopo il lunghissimo iter di osservazioni e verifiche che ha percorso e concluso..
Siamo in attesa di vedere cosa accadrà nelle prossime settimane, se i governi regionali continueranno a smentire se stessi e negare il parere delle amministrazioni locali che hanno sottoscritto e approvato il Piano, prestandosi agli interessi di pochi, tra i quali non mancano soggetti di dubbia legittimità e scarsa rappresentatività , magari nascosti tra le pieghe di fantomatiche associazioni a tutela dei diritti dei residenti, che sventolano il diritto di uso civico per i pascoli, dimenticando ovviamente da dove arrivano e cosa sono gli usi civici. Infatti in molti comuni la gran parte delle superfici sono concesse ad allevatori che hanno solo acquisito la residenza ma che di locale non hanno nulla, e quindi non dovrebbero in nessun caso poter accedere alle agevolazioni (concessioni senza gara pubblica e a prezzi calmierati) previste da questo antico istituto.
Una deriva pericolosa, che negli ultimi anni ha visto autentiche razzie di pascoli comunali da parte di grosse mandrie di bestiame pesante che arrivano da altre regioni e che provocano gravi danni ai nostri pascoli, da sempre invece in equilibrio con le greggi di pecore che storicamente hanno sempre pascolato sulle montagne interne dell’Abruzzo. Armenti sostituiti da vacche e cavalli che, abbandonati a se stessi, producono solo contributi pubblici ed europei e non hanno bisogno di pastori. Poi se qualche bestia cade vittima di lupi e orsi saranno proprio i Parchi a rifondere il danno, cosi questi “sedicenti” allevatori incassano i profitti lasciando alla collettività i danni e le spese.
Ci auguriamo comunque di poter festeggiare a breve il piano del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise adottato dalle tre Regioni nel pieno della sua forza per mantenere le promesse e le aspirazioni di chi legittimamente ha contribuito alla sua definizione attraverso gli strumenti che un lungo processo di approvazione ha messo a loro disposizione, evitando cosi che diventi anch’esso una vittima della “mafia” dei pascoli !!”
Comunicato Stampa siglato
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