Dopo il Convegno di ski, promosso dal TCI a fine febbraio 1910, cui partecipò la nobiltà romana e superata la stasi dovuta alla Prima Guerra Mondiale, nei primi anni ‘20 ad opera del duca Carlo Caffarelli del Gruppo Romano Sciatori, incominciò a svilupparsi l’attività sciistica. Dopo qualche anno, avendo imparato i primi rudimenti dello sci a Cortina d’Ampezzo, diversi giovani napoletani benestanti incominciarono a frequentare Roccaraso e qui fecero arrivare tre maestri ampezzani per completare il loro percorso formativo.
Uno di loro, Emilio Buccafusca, scrisse un libricino, intitolato “Quel treno delle 0,40”, che partiva all’una di notte e arrivava alle otto del mattino carico di quegli intrepidi sciatori. Questi, sostenuti dai tre maestri, che nel frattempo avevano fondato la Scuola Tecnica dello Sci, prima in Italia autorizzata dalla Federazione (FIS), organizzavano gare di sci e di salto.
Quando nel 1937 Roccaraso si dotò del primo impianto di risalita, una slittovia, due furono le piste a corredo e in ossequio alla nutrita frequenza agonistica napoletana che ruotava intorno allo Sci Club Napoli, una delle piste fu denominata Napoli; era una pista utilizzata anche per gare di slalom. La numerosa frequenza romana era legata soprattutto ai raduni sciistici organizzati dalle associazioni Fasciste.
Tutto si fermò con la Seconda Guerra Mondiale, che investì anche Roccaraso e fu distrutta completamente. Tra la fine degli anni quaranta e cinquanta l’attività sciistica napoletana ripartì ed ebbe non solo nel treno, ma anche nei primi alberghi ricostruiti, un punto di riferimento importante.
All’attività prevalentemente di quegli sciatori si aggiunse gradualmente l’arrivo degli sciatori domenicali che arrivavano con i primi autobus. Questi affittavano gli sci e apprendevano i primi rudimenti della disciplina bianca. Nel febbraio del 1956 a causa della memorabile nevicata i numerosi autobus scesi precipitosamente da Roccaraso si bloccarono a Castel di Sangro e nei giorni successivi il Sindaco di Napoli, Achille Lauro, dovette inviare col treno i viveri necessari.
Gli sciatori domenicali andarono avanti fino alla fine degli anni sessanta, quando abbandonarono gli autobus per raggiungere Roccaraso con le automobili. Mentre riprese immediatamente il trasporto con gli autobus con i “gitanti” domenicali. Questi avevano l’obiettivo di trascorrere semplicemente un giorno sulla neve per scivolarci sopra con gli slittini. Il fenomeno raggiunse immediatamente livelli di frequenza allarmante e per mitigarlo il Sindaco Mario Liberatore agli inizi degli anni ottanta emise una ordinanza di divieto dell’uso dello slittino ed anche della vendita. Ma ben presto dovette revocarla viste le pressanti proteste dei noleggiatori, che vedevano annullata una cospicua fonte di reddito.
Col trascorrere delle stagioni invernali il fenomeno si è mantenuto costante per numero di gitanti e qualche volta gli autobus sono arrivati in numero superiore ai circa 220 della domenica scorsa incriminata.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’uso dei cellulari, che hanno infierito in maniera determinante, sia per mobilitare un numero esagerato di gitanti, sia per quelli usati per diffondere la notizia del blocco del traffico stradale, nel quale si è sommato quello ordinario e soprattutto quello altrettanto pesante dei numerosi sciatori che rientravano alle varie città dopo aver trascorso un week end assolato sulle piste da sci, dove peraltro è vietato accedervi agli autobus di questo tipo.
In questa ultima situazione si sono prontamente attivati i media e così si può affermare che la tempesta perfetta si è avverata.
Una cosa è certa, che le varie amministrazioni comunali che si sono susseguite in questi cinquant’anni non hanno mai adottato provvedimenti atti a disciplinare gli accessi a Roccaraso, con il fine di mitigare il problema che il più delle volte assume dimensioni ragguardevoli e pericolose in tema di sicurezza e ordine pubblico.
Numerosi sono stati gli incidenti occorsi a queste persone per non aver rispettato il minimo delle cautele quando si scende velocemente ed in maniera incontrollata, da sprovveduti sulla neve e soprattutto sul ghiaccio.
Quindi possiamo tranquillamente affermare che da tempo immemore Napoli e Roccaraso hanno un connubio storico e collaudato e se io gitanti domenicali provocano problemi diffusi, la colpa è solo nostra che non ci siamo mai attivati per disciplinare la loro salita in montagna.
Ugo Del Castello