Certamente, della seconda casa, o per meglio dire delle seconde case, tante, molteplici ne sono abbarbicate sui primi pendii che cingono il paese o distese sui suoi margini pianeggianti.
Se il FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, dovesse invertire lo scopo della sua missione – quella di far conoscere e proteggere le straordinarie bellezze di cui l’Italia è ricca e tra queste i paesaggi – nel mostrare invece il risultato di quelle azioni scellerate che hanno deturpato irrimediabilmente il paesaggio, creando così una graduatoria particolare per la montagna italiana, Roccaraso salirebbe senza ombra di dubbio sul podio.
Protagonisti di questa inaudita aggressione sono stati gli stessi abitanti del luogo, attraverso le varie amministrazioni che li hanno rappresentati e spesso tollerate quando inaspettatamente si sono spinte ben oltre il lume della ragione.
Se in questo anno si volesse fare riferimento al momento in cui è partita la sciagurata azione aggressiva della montagna, sarebbe il caso di festeggiare con successo i sessanta anni. E sarebbe sufficiente radunarsi in piazza tutti quanti e alzare lo sguardo verso sud dove su un promontorio ampiamente panoramico sorge l’emblema definito col nome di “Punta Rossa”.
Ma già nel giro di pochissimi anni quella che più propriamente può essere definita “speculazione edilizia” rivolta benevolmente alla costruzione di case per potenziare l’attività turistica, si ebbe l’ardire di salire in quota e arrivare a simulare, ma solo nel nome il “Paradiso”. Un gigante di cemento alto 14 piani e decine e decine di stanze d’albergo, ben presto trasformato in decine e decine di seconde case, vuote.
E sì, è questo l’aggettivo che può essere usato dal FAI per mostrare e propagandare l’inversione della sua azione divulgatrice del paesaggio italiano, cui si dovrebbe affiancare l’ENIT, Ente Nazionale Italiano del Turismo.
Quest’ultimo per far capire come l’azione scellerata delle nuove generazioni possa condurre alla distruzione di una brillante e centenaria località turistica. In particolare, per quello che ci riguarda: vuota. Ormai vuota di contenuti turistici brillanti.
Mi sovviene davanti agli occhi quella immagine del film Spartacus, che mostra appesi corpi umani lungo una strada per punizione. Ebbene non so quanti chilometri di strada sarebbero necessari per punire non solo gli amministratori che si sono susseguiti fino ad oggi, bensì tutti gli abitanti di Roccaraso che hanno voluto condurre questa località turistica alla incontrovertibile condizione in cui l’hanno ridotta.
Ugo Del Castello