Ho scritto diverse volte sullo scempio che in occasione delle stagioni autunnali veniva perpetrato a carico delle piante che adornano strade e giardini di Roccaraso; diversi paesi vicini non sono stati da meno.
L’opera di capitozzatura si è spesso sostituita a quella di potatura che solo per qualche determinata ragione doveva essere effettuata su qualche pianta. Si sarebbero dovute rispettare le regole forestali, che seguono precise operazioni per la salvaguardia della loro vita, del loro corretto sviluppo e non ultima della loro estetica.
Purtroppo non è stato così e chi ha effettuato quel disastro, chi lo ha ordinato e chi non lo ha controllato e quindi evitato avrebbero dovuto subire pesanti sanzioni, anche al fine di evitare il ripetersi di un atto così inconsulto.
Oggi, scendendo a Castel di Sangro lungo la Strada Provinciale ex S. S. 17 ho assistito a qualcosa di molto peggio. Una macchina infernale, che si poteva paragonare al peggior aguzzino nazista di uno dei tanti campi di concentramento, muoveva la sua tagliente lama rotante facendo uno scempio delle piante, grandi o piccole che siano, sorte spontaneamente, rendendole smembrate, scorticate, strappate in una maniera perfettamente in antitesi di quelle regole forestali che tutelano le piante quasi fossero esseri umani.
Le foto che ho scattato sono più che eloquenti ed il pensiero è volato a quei campi di sterminio, dove le figure umane forse avevano raggiunto una forma e uno stato migliore di quelle piante martoriate a morte.
Non posso credere che si possa arrivare a tanto e soprattutto non posso credere che si possa intervenire su quelle piante, su tutte le piante esistenti, in una maniera così indegna.
È possibile una cosa del genere?
Voglio augurarmi che chi deve esercitare i suoi poteri lo faccia al più presto e fermi ciò che senza ombra di dubbio possa far definire quella strada la Auschwitz o se più vi fa piacere la Buchenwald dell’Alto Sangro.
Ugo Del Castello