I roccolani, ma anche gli altri abitanti degli Altopiani, non credono nella forza trainante del turismo del treno. Quanti di loro sono stati sul Trenino rosso del Bernina? E quindi non possono capire cosa significhi quel treno che s’inerpica fino a St. Moritz portando “ogni giorno” quelli che personalmente definisco i turisti dello sguardo, cioè che ammirano stupefatti la natura incomparabile che li circonda progressivamente.
Noi non abbiamo quei panorami di vette aguzze ghiacciai e foreste di abeti, ma siamo altrettanto premiati da una natura diversa, aperta e che ti apre il cuore e perché no, la mente.
Un giorno di tanti anni fa passai vicino ad un’automobile in sosta lungo la ferrovia tra Pescocostanzo e la stazione di Palena, aveva la targa olandese, un viaggiatore piazzato sulla ferrovia fotografava gli altri raggruppati più avanti sul binario.
Ecco, a noi questi panorami piatti e circondati da montagne arrotondate non dicono niente, l’occhio si è abituato fin dalla nascita, ma a chi non ci è mai stato suscitano emozioni, forti.
Quando tra questi post ne pubblicai uno per dire che per il rilancio della Ferrovia dei Parchi i Comuni che sono attraversati si dovevano unire per rafforzare e rendere quotidiani i treni sulla linea definita tra le più belle d’Italia non ebbi seguito, non interessava a nessuno.
E sapete perché? La neve cadendo ancora in una certa misura e complice quella artificiale, corroborate da un certo freddo, riempiva ancora, anche se in maniera approssimativa le tasche degli operatori economici.
Oggi, con il caldo che la fa da padrone sono tutti persi e non sanno cosa fare. Penso che una cosa si possa fare, a incominciare da questo paese, patria dell’inventore della ferrovia Sulmona-Isernia, tale Giuseppe Andrea Angeloni, staccare un cospicuo assegno proveniente dagli incassi dell’Imposta di Soggiorno e poggiarlo sul tavolo di RFI per provocare il passaggio quotidiano del treno.
Sperperare quel denaro per quattro cantastorie in piazza d’estate o perfino sotto la pioggia di Carnevale è opera scellerata, perché non serve a nulla, offende il turista. Ovviamente non basta, perché sono i servizi che devono essere creati di sana pianta.
Mentre a metà ottobre salivo sulla Rossa del Bernina, in mezzo a un mezzo metro di neve fresca, in determinati posti fervevano quei servizi, si ripulivano i sentieri con minuscoli spartineve e dietro, pronte e allineate le figure che si stagliavano contro un sincero sole dei turisti a cavallo desiderosi di immergersi tra i boschi imbiancati. Altri erano pronti con le mountain bike.
Perciò cari concittadini degli Altopiani. E sì perché tale mi sento, nell’animo. Se volete rendere la vostra economia ancora gratificante dovete svegliarvi. E chiedere anche a RFI qualche carrozza ristorante che funzioni un paio di volte al mese con ricchi menù, magari inventati da Niko, non è poi un’eresia.
Ugo Del Castello