Giovanni Leone “il Presidente” per noi roccolani, era arrivato sotto una fitta nevicata per trascorrere un fine settimana lungo nella sua villa vicina al trampolino di salto. Mattino e pomeriggio camminava divertito come un bambino per le strade del paese, protetto dalla sicurezza del Quirinale e sotto la neve che cadeva sempre incessante.
Arrivò la domenica e accompagnato dal Sindaco Mario Liberatore verso le undici si apprestò a salire lungo la strada che conduce alla chiesa. Sulle strade le automobili viaggiavano con difficoltà; la neve continuava a farla da padrona, nonostante lo spartineve girava continuamente. C’ero anch’io in quel piccolo gruppo di persone che lo accompagnavano ed eravamo preceduti a distanza da Leonardo, un vigile urbano assunto per la stagione invernale. Saliva fiero il vigile, data l’importanza del seguito. Ma, giunto quasi a metà salita si trovò davanti un’automobile ferma e con le ruote che giravano a vuoto, non ce la faceva a salire. Il vigile drizzò le spalle, si rivestì di autorità e bussò al finestrino con la neve appiccicata sopra. Dentro l’autista gli apparì al limite dello sconforto e con le mani sullo sterzo e sulla leva del cambio, si agitava non riuscendo a muovere l’automezzo, che per di più si era alzato da terra per via della neve che si era accumulata sotto. Nel frattempo giunse all’altezza della scena il Presidente, mentre il vigile, dopo aver fatto con la mano il saluto militare, gridò al malcapitato: ma lei le catene quando le mette, a Sant’Ippolito?
Il Presidente si avvicinò e cercò di confortare l’autista, il quale travolto dalla imperativa espressione del vigile e riconoscendo Giovanni Leone, che mai avrebbe immaginato si trovasse lì in quel momento, diventò rosso paonazzo, non ci capì più nulla e sprofondò dentro il sedile, che nel frattempo si era riempito di neve. Il Presidente lo salutò, gli diede coraggio e proseguì la salita per arrivare in tempo alla celebrazione della Messa.
Per chi non lo sapesse Sant’Ippolito è il protettore di Roccaraso e il giorno a lui dedicato cade il 13 agosto, in piena calura estiva.
Ma si sa che il tempo in montagna a volte d’estate riserva qualche sorpresa. Infatti negli anni Trenta proprio il giorno del Patrono, mentre la banda suonava in piazza incominciò a nevicare.
E chissà se il vigile con la sua battuta non volle fare riferimento proprio a quel raro avvenimento.
Sta di fatto che il Presidente rimase divertito per quella insolita scenetta che gli era capitata all’improvviso nella “sua Roccaraso”.
Ugo Del Castello