E’ ad una svolta l’indagine sulla gestione delle operazioni di soccorso che a novembre del 2019 interessarono l’allevatore, 49enne, Bruno Pallotta, caduto accidentalmente in un dirupo – in contrada Macchia – per recuperare un bovino. Sono sei le persone iscritte nel registro degli indagati alla Procura della Repubblica d’Isernia.
La magistratura dovrà accertare come mai la macchina dei soccorsi impiegò molto tempo a recuperare il ferito, che ebbe anche modo di contattare col cellulare la famiglia e farsi individuare celermente in un luogo impervio.
Tempi troppo lunghi – secondo gli inquirenti – che potrebbero essere stati fatali allo sfortunato allevatore. Se i soccorsi fossero stati celeri, è questo il nocciolo della questione, Bruno si sarebbe potuto salvare?
L’incidente sconvolse la comunità di Capracotta, legatissima alla famiglia. I fratelli Pallotta, sono titolari del noto caseificio, icona del lattiero-caseario del paese altomolisano. Il sindaco Paglione proclamò il lutto cittadino; gremita la Chiesa di Santa Maria Assunta dove si svolsero le esequie. Amici e parenti non si sono mai rassegnati, ritenendo l’epilogo della vicenda frutto di un discutibile funzionamento della macchina dei soccorsi.