E’ successo domenica scorsa in un paese dell’Alta Valle del Volturno. Una ottantaseienne cardiopatica, sofferente di ipertensione, aveva accusato un malore. I suoi famigliari hanno contattato subito il 118. L’ambulanza, partita da Cerro al Volturno, ha prontamente raggiunto l’abitazione ma senza medico a bordo.
La bravissima infermiera ha fatto il possibile per assistere l’anziana e dopo aver prestato con diligenza tutte le manovre possibili, ha dovuto chiamare il medico per le decisioni più importanti. Due ore dopo è arrivato il medico da Isernia, a bordo di un’altra ambulanza, che ha disposto il trasferimento della donna all’ospedale ‘Veneziale’. Qui è stata assistita dai sanitari e qualche ora dopo è stata dimessa.
L’episodio fortunatamente si è concluso senza un epilogo tragico. Ma proviamo ad immaginare se anziché un forte sbalzo di pressione si fosse trattato di infarto. All’Asrem evidentemente prevalgono le logiche ragionieristiche. Il risparmio dei soldi pubblici però si gioca sulla pelle dei cittadini. Eppure si potrebbero trovare soluzioni alternative per mantenere in vita la sanità regionale. L’accordo di confine con l’Abruzzo, ad esempio, potrebbe risolvere diverse problematiche anche agli abitanti dell’Alto Sangro. La situazione all’ospedale di Castel di Sangro non è affatto rosea.
Cosa o chi impedisce una soluzione che sembra la più logica? Gli ospedali di Isernia – Castel di Sangro e Agnone potrebbero tornare in vita dividendosi competenze, reparti e pazienti. Ma si continua ad ignorare questa ipotesi paventata anni or sono. E così abbiamo voluto sentire Emilio Izzo che ha detto la sua sulla vicenda.