Interessante incontro, a Campobasso, presso il Circolo Sannitico-Sala Fratianni, ieri, organizzato dall’Unione Lettori Italiani e dalla Fidapa, sezione di Cb in collaborazione con la Consigliera di Parità delle Province di Campobasso e Isernia e con il patrocinio del Comune di Campobasso.
Dopo mesi e mesi in cui sono mancate le relazioni sociali a causa della pandemia, la giornalista scrittrice, nonché documentarista e docente in pensione Rita Frattolillo ha incontrato un folto numero di persone, nel rispetto delle regole anti covid, per la presentazione de “L’infanzia migrante – tra realtà e rappresentazione letteraria (1861-1920)” (Cosmo Iannone Editore).
E’ stato proprio durante il lockdown dello scorso anno che la scrittrice si è immersa nella consultazione dei documenti riguardanti il fenomeno della migrazione infantile molisana ed in particolare i percorsi della sofferenza dei bambini sfruttati nel periodo che va dall’unità d’Italia ai primi decenni del Novecento.
L’impatto emotivo che Rita Frattolillo ha avuto dinanzi alla testimonianza documentale di episodi di vita violata e negata, si è palpata anche durante la presentazione del suo lavoro per la verve con cui ha esposto l’argomento e per il coinvolgimento che ha comunicato ai presenti, commossi dalle storie vere, di cui si è data breve lettura e a cui qualcuno ha sicuramente associato esperienze antiche di famiglia.
Ciò che ne è risultato è un quadro completo del fenomeno della migrazione che ha visto il Molise particolarmente coinvolto. Ad accompagnare la scrittrice in questa presentazione non poteva non esserci persona più adatta: la bravissima Francesca Carnevale, bibliotecaria presso l’Unimol e nominata, da qualche mese, Ambasciatore della lettura.
La prefazione del libro è stata affidata alla sapienza dello storico Norberto Lombardi, amico dell’autrice, che ha messo a disposizione la sua competenza con l’umiltà che lo contraddistingue.
“L’infanzia migrante – tra realtà e rappresentazione letteraria (1861-1920)” è una ricchezza per la nostra società: è un lavoro che meriterebbe di essere divulgato anche nelle scuole affinché anche le nuove generazioni conoscano il passato per apprezzare il rispetto e la dignità del prossimo.
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Rossella De Rosa