Fin dalla sua fondazione nel 1993, l’Università delle Generazioni di Agnone si è sempre battuta, in tutti i modi, per arginare il più possibile lo spopolamento dei borghi e delle campagne. La stessa città altomolisana è tra le più colpite dall’abbandono dei suoi abitanti in cerca di lavoro e di fortuna altrove, fin dalla seconda metà del 1800, come dimostra la Storia, nonché la via e il monumento dedicati agli emigrati, l’intitolazione al teatro Italo-argentino, il mensile “L’Eco dell’Alto Molise” che è anche giornale per l’emigrazione, ma anche altri periodici precedenti custoditi nella Biblioteca Comunale.
Ma qualora non si credesse a ciò, basta farsi un giro per l’agro agnonese e si vedrebbero terre sempre più incolte, case rurali disabitate o completamente dirute, paesi come Villacanale che, anno dopo anno, vedono demolire sue abitazioni per evitare che crollino su altre case, pur esse disabitate ma ancora agibili almeno per le vacanze. E’ un mondo in lento disfacimento che sembra avviarsi ad un tragico epilogo, mentre ormai va di moda per i sindaci proporre la vendita delle case in disuso per il simbolico e beffardo “un euro”.
Tra tanto altro, l’Università delle Generazioni cerca di conservare la memoria e la dignità delle nostre genti, specialmente di quelle che hanno sofferto le conseguenze dello spopolamento, il quale è divenuto ormai così tanto grave da necessitare non soltanto un più forte contrasto ma anche una sede per uno studio e una memoria sociale particolare, pure per evitare che, assieme alle case, crolli pure la storia di tale tragedia epocale. Per questo propone al Parlamento, al ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, e al Governo Draghi di istituire un centro nazionale BAMS (Biblioteca-Archivio-Museo dello Spopolamento) pure con sedi regionali in collaborazione o addirittura dentro gli Archivi di Stato ma anche in altri luoghi vocati, come ad esempio in Agnone del Molise, affinché si eviti la beffa della perdita di memoria dopo il danno per la distruzione di una intera civiltà rurale e periferica non meno importante di quella metropolitana, quanto a valori e significati.
“Le città scoppiano e i paesi muoiono – afferma il fondatore-responsabile Domenico Lanciano – anche per questo reclamiamo da sempre un minimo di dignità storica e di riequilibrio territoriale, una indispensabile sostenibilità per evitare la catastrofe su entrambi i fronti, quello rurale e quello urbano. E’ compito dell’Unione Europea e dei Governi nazionali adottare provvedimenti di salvaguardia per evitare che si giunga ad un cruciale punto di non ritorno! In Europa già ci sono oltre ventimila i borghi in via di sgretolamento demografico ed edilizio. E tale tendenza alla rovina è destinata a continuare e persino ad aumentare di molto se si insiste e persiste con queste sciagurate politiche di spoliazione e abbandono del territorio. Per non pensare al dissesto idrogeologico dell’Italia più debole ma spesso più bella e irrinunciabile. O c’è una decisa svolta oppure muore persino l’Italia più ricca, superba e dimentica”