Unica realtà molisana a festeggiare il 1^ maggio con la notte del lavoro narrato.
Un tema scottante che dovrebbe non far dormire la politica ed i cittadini, ed invece si festeggia con “ Bande Musicali”, “ Concertoni “ da centinaia di migliaia di euro, “ Comizi “ che del vero senso da dare alla giornata, hanno davvero poco a che fare. Per fortuna ci sono le “ Pagliare di maggio “ che infondono luce primaverile sempre più vicina, però, ad inverni gelidi ed impossibili da riscaldare.
Oggi i Sindacati si ergono sui pulpiti e urlano alla riscossa; la politica si dichiara vicina ai lavoratori e promette il ribaltone; la natura, per fortuna, unica realtà positiva, fa il suo dovere sino in fondo, facendo esplodere con tutta la sua forza : profumi, colori, passioni e ragionevoli aspetti folkloristici che cancellano noie e “ paranoie “.
A Guglionesi però si cambia passo passando una notte insonne, ma doma alla noia e all’apatia di un mondo che dei diritti ne parla, ma mai li difende sino in fondo.
Ci si raccoglie in un gruppo di uomini, donne e giovani dinanzi al palazzo della cultura cittadino, si discute sino a tarda notte e ci si mette all’opera, ripercorrendo la storia di una sana condivisione di un lavoro artigianale che scomparso, il merletto a tombolo, torna ad essere attenzionato da molti pasionari del bello.
La signora Bianca prepara il suo cuscino – ru pallon – con disegni di base, spilli e filo,ed i fuselli fanno subito il resto, accompagnati da mani sapienti, ad un gioco di movimenti che hanno molto a che fare con la musica. Un tintinnio che si ripete in gruppo, che sempre più numeroso, inizia a rimirar l’eterno. Il vociare femminile si confonde con l’ammirazione maschile, che nell’esser orgogliosi delle proprie donne, suggestionano l’ambiente con una sorta di partita a “ scopa “, che determinerà il passo del tempo senza la fretta e la smania di osservare le lancette dell’orologio. La notte diventa una delle notti più belle dell’anno. Aggregazione, discussione e partecipazione ai temi scottanti di un lavoro sempre più affievolito nei canoni, nella manualità, nella condivisione di aspetti e condizioni, prevalgono, e la notte rende onore al giorno.
La consapevolezza di un mondo che cambia in fretta senza la possibilità di mirar pensieri e programmare il trascorrere della propria vita, se non al domani, è davvero il problema principale che minerebbe ogni essere umano. Eppure il giorno segue alla notte senza cambiamenti positivi e nella sola speranza che possa riuscire a cancellare le bombe, le differenze, le costanti voglie di poltrone per poter dichiararsi portatore di scettri.
Non serve tutto ciò se non si torna al passato pensiero, a voltarsi nello sguardo e porre lo stesso verso un infinito che del sommo “Recanatese” Leopardi , ne ha fatto un bagaglio da trasportar sempre con se. La poesia di Sabina Longari ci torna a dare un senso ad una giornata ormai lasciata alla modernità del suo intento, mai più coerente, e sempre meno assisa a sentir dei lagni di chi non ha più voglia di resistere.
- Era una volta, eppure ancora oggi/la fatica non spaventa quando urlano/le bocche dei figli come uccelli nel nido/. E tu, figlio della terra e della luce/tieni stretto il coraggio per ricominciare/dopo i lutti le chiese vuote le opere orfane/di mani e ragione. Non aver paura, l’ulivo/fiorirà di nuovo, di nuovo torneranno/i raccolti le spose di Maggio e la speranza.-
Si torni a sperare che il 1^ maggio possa essere quel 1^ maggio che determinò una nuova condizione per milioni di lavoratori costretti a lottare per i propri diritti. La rivoluzione industriale ormai è un sogno lontano decenni, la conquista delle otto ore lavorative che determinò uno sciopero generale represso dalla polizia che subì subito dopo, perdite e feriti a causa di una bomba certamente non degna di libertà e partecipazione al cambiamento verso quella Pace, è ancora oggi miraggio e condizione univoca. – “ Verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che oggi soffocate con la morte “– furono le parole di Spies prima della sua impiccagione. Che ogni sacrificio sia sorte di libertà e di condizioni migliori . Il Primo Maggio torni ad essere la “ Notte del lavoro Narrato “. Questa la speranza per trarne positiva linfa. Auguri Mondo, auguri lavoratori !
Più lontano Ma mentre siedo e fisso lo sguardo sulla siepe, io immagino gli sterminati spazi al di là di quella, i silenzi che vanno al di là dell’umana comprensione e la pace profondissima, tanto che per poco il mio cuore non trema di fronte al nulla.
Quando sento le fronde delle piante stormire al vento, così paragono la voce del vento con quel silenzio infinito: e istintivamente mi giunge in mente il pensiero dell’eternità, le ere storiche già trascorse e dimenticate e quella attuale e ancor viva, col suo suono. Così il mio ragionamento si annega in quest’immensità spazio-temporale, e per me è un naufragare dolcissimo.
Maurizio Varriano