Mamma Rai non poteva lasciare orfano Danilo Di Nucci dopo aver preso in carica come coregista di Porta a Porta di Bruno Vespa, Salvatore Cerimele. Il duo Made in Agnone de Le Iridi Digitali (più di un laboratorio di produzione cinefotografica) si stringono la mano uno da Rai 1 e l’altro da Rai 3.
Danilo Di Nucci, infatti, è ora nell’organico della storica trasmissione“Mi manda Rai 3”nata nel 1990, dove dovrà dare un taglio fotografico ai servizi sul territorio. Ma Di Nucci andrà in veste anche di filmmaker, regista e pilota di droni.
Classe 1980, dopo una laurea specialistica in ingegneria elettronica, una qualifica da Energy Manager e una carriera nell’ambito delle energie rinnovabili, nel 2015 Di Nucci cambia vita e assieme a Salvatore Cerimele fonda Le Iridi Digitali. In questa nuova veste professionale riparte come fotografo ma, grazie all’esperienza di lunga data e agli insegnamenti del socio e mentore Cerimele, Di Nucci ben presto affianca al “click” della macchina fotografica il “rec” delle riprese video e il radiocomando del drone.
E così, nel 2017, per le Iridi Digitali arrivano le prime esperienze su Rai1 con “La Vita in Diretta Estate”, a cui seguono i documentari nel mondo per “Kilimangiaro” di Rai3 e, successivamente, inizia su Rai2 l’esperienza delle trasmissioni sul territorio nazionale con “Anni 20”, “Anni 20 Notte”, “Il Mythonauta” con il cantautore Davide Van Der Sfroos e “Vitalia”, di Alessandro Giuli, programma per il quale Le Iridi firmano la Fotografia.
Ora un duplice e nuovo impegno che li terrà impegnati, entrambi, per tutta la stagione televisiva 2022-2023.
“Sia io che Salvatore – afferma Di Nucci – spesso dobbiamo chiudere la valigia e partire, ma ogni volta torniamo ad Agnone. Sono appena rientrato dal forum internazionale di Cernobbio, sul Lago di Como, dove ho lavorato per la realizzazione dello speciale del Tg1, ma come sempre il nostro lavoro inizia e finisce in Piazza Plebiscito, dove abbiamo lo studio. Crediamo sia molto importante diffondere questo messaggio, ovvero che non bisogna per forza lasciare il Molise per fare carriera.
Ormai i tempi sono cambiati, il mondo è globalizzato e in tantissimi settori si possono raggiungere importanti risultati partendo dalla provincia. Questa è una terra ricca di talenti e noi siamo soltanto gli ultimi, in ordine di tempo, che senza emigrare stanno facendo un percorso professionale che ci auguriamo sia da esempio e possa invogliare altre persone a non andare via o, addirittura, a tornare. Certamente non è semplice, innanzitutto è fondamentale trovare la propria strada e poi bisogna fare tanti sacrifici, lavorare sodo, metterci tantissima passione e non sentirsi mai inferiori a nessuno. Il tutto condito da un pizzico di sana follia”.