Merita un approfondimento serio il caso dell’orso Juan Carrito, investito ieri sera da un automobile a Castel di Sangro sulla statale 17. Il plantigrado più famoso del web nel corso della sua breve esistenza ha fatto tanto parlare di se per le sue scorribande a Roccaraso e poi per il suo trasferimento “forzato”, che lo rivide tornare sugli Altopiani Maggiori d’Abruzzo.
Ne abbiamo voluto parlare con Corradino Guacci, presidente della Società italiana per la storia della fauna. Uno studioso con un bagaglio culturale di tutto rispetto. Da dirigente della Regione Molise si era occupato di Formazione professionale, di Conservazione della Natura e di Agricoltura. Ha svolto l’incarico di Autorità ambientale, di coordinatore del Tavolo tecnico di valutazione impatto ambientale ed ha diretto l’Istituto regionale di studi storici.
Nel tempo libero ha sempre seguito le tematiche legate alla gestione delle aree protette, ai parchi nazionali ed alla conservazione della biodiversità e dell’Ambiente in generale, questioni delle quali continua ad occuparsi da pensionato.
Dal 1976, per circa venti anni, ha collaborato con il Centro studi ecologici appenninici del Parco nazionale d’Abruzzo interessandosi, in particolare, di lupo e orso. Alla fine degli anni ’80 ha curato l’ampliamento del Parco d’Abruzzo al versante molisano e, dal 1995 al 2000, ha fatto parte del suo Consiglio direttivo. Dal 1995 al 2006 è stato componente del Comitato scientifico nazionale di Legambiente per i settori “Gestione aree protette” e “Conservazione faunistica”. Dai primi anni ’90 è stato impegnato nella riscoperta e valorizzazione della figura e dell’opera di Giuseppe Altobello, poeta, medico e importante naturalista campobassano. Tra i fondatori della “Società italiana per la storia della fauna” (www.storiadellafauna.com) della quale è tuttora il presidente.
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