La querelle che ha tenuto sospesi molti comuni che, partecipando al Bando Borghi linea A, sono tornati a sperare dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha rimischiato le carte in tavole escludendo dal trono del vincitore la stupenda Pietrabbondante e riammesso di fatto Castel Del Giudice con una sentenza che ha lasciato il segno, è arrivata, pare , al capolinea.
La Commissione incaricata dalla Giunta Regionale del Molise, ha dovuto, a seguito indicazioni assunte in sentenza, riesaminare la posizione di Castel del Giudice e convenire, dopo aver escluso altri comuni – pare restassero in lizza Agnone e Bojano -, dell’attinenza progettuale al bando da parte del Comune confinante con l’Abruzzo ed assegnare il nuovo scettro che sicuramente lascerà ulteriori strascichi in una regione dove spesso si guarda l’apparenza e mai la concretezza assunta nel tempo.
Conflitti che nel lasciare il segno, non ridonano serenità ad una regione che, nonostante la sua piccola dimensione, per litigiosità indotta da scelte, provvedimenti, mancata programmazione, è invece in testa alla classifica. Si parla da decenni di far rete ma in sostanza la rete rimane quella dei soli pescatori che, anch’essi, vedono la stessa bucata e far acqua da tutte le parti. La guerra dei poveri finisce con l’ennesima proclamazione di un re che è li sul trono a sentir i lagni d’altri e inneggiare alla malerba che inaridisce le altre e fa morir.
Le potenzialità del Molise sono plurime, infinite, a portata di mano ma, spesso e volentieri, sono connesse a decisioni esterne alla politica che mai ridonano serenità e democrazia. – “Si attendono nuovi colpi di scena?”– A voi lettori la risposta ma, non sarà facile digerire il rospo e chissà, il tempo la farà da vittorioso antidoto alle colpe altrui.
Maurizio Varriano