Qualcuno, nell’incertezza della risposta e più zelante degli altri, potrebbe invocare l’intervento dell’Accademia della Crusca; ma sarebbe chiedere un chiarimento inutile in relazione allo stato di fatto tangibile sul territorio.
Alcuni anni fa ci fu una brillante operazione politica condotta da Siro Piero Gargano, Presidente della Comunità Montana dell’Alto Sangro e dell’Altopiano delle Cinque Miglia, il quale finalmente riuscì nell’intento sovrumano di creare il Comprensorio dello skipass, mettendo d’accordo le società dell’Aremogna, Pizzalto, Montepratello, Pescocostanzo e Pescasseroli.
La chiave di volta fu il finanziamento, da parte della Comunità Montana delle attrezzature di lettura unificata degli skipass. E, giustamente, trattandosi di una operazione che univa varie realtà sciistiche fino all’estremo lembo del Parco Nazionale d’Abruzzo, lo Skipass assunse la denominazione di Alto Sangro.
Questa denominazione può ritenersi corretta e giusta tutte quelle volte in cui una qualsiasi operazione, anche mediatica, che coinvolge l’intero territorio che va da Rocca Pia a Pescasseroli, mette in evidenza un territorio ben definito e integrato per andare incontro alle prospettive di vacanza e sciistiche del turista o sciatore che si voglia.
Resto però dell’avviso e l’ho scritto più volte, che questa macro realtà non può escludere, direi annientare, tre sotto realtà territoriali storiche e perciò degne di conservare la propria denominazione, se ce l’hanno, originata in un passato più o meno lontano e consolidata nel tempo, quali: Parco Nazionale d’Abruzzo, adesso anche Lazio e Molise e Altopiani Maggiori d’Abruzzo.
Quest’ultima addirittura presente nella denominazione della Comunità Montana dalla sua nascita, sia pure rappresentata con il nome dell’altopiano più grande e famoso.
Sulla denominazione del Parco non esistono problemi, visto che è una legge che l’ha sancita; mentre su quella degli Altopiani è la storia, affermata e ribadita più volte dall’esimio Prof. Francesco Sabatini, presidente emerito dell’Accademia della Crusca.
In queste due realtà territoriali possono, devono rimanere espresse tutte quelle iniziative di carattere particolare che non si inquadrano nel concetto più esteso di Alto Sangro. “Dolomiti” con Val Badia, Val Gardena, ecc. insegnano.
Ma se è vero tutto ciò e a fronte di non essere smentito, dati probatori però alla mano, ogni iniziativa promossa e finanziata per sostenere l’intero territorio dell’Alto Sangro deve non solo avere il sostegno istituzionale dei tredici comuni, ma quei comuni che ne vengono interessati devono veder attuate quelle opere che li riguardano in quota parte, perché se è vero che l’intero progetto deve portare un indiscusso e diffuso beneficio, queste poi devono essere realizzate dovunque per renderlo effettivo.
Da quando per lavoro sono andato via non ho più assistito ad un consiglio comunale di Roccaraso, mentre prima vi partecipavo come responsabile del settore finanziario in occasione dell’approvazione dei documenti contabili; oppure vi assistevo per l’interesse di cittadino sui provvedimenti in discussione che catturavano la mia attenzione sul luogo dove vivo.
Ebbene, devo essere più preciso per affermare che, successivamente ho assistito ad un solo consiglio comunale, perché l’argomento mi interessava particolarmente. Si doveva dare l’assenso all’ampio progetto di realizzazione delle piste ciclabili con accesso a finanziamenti superiori, dove le varie località interessate, sotto il nome di Alto Sangro, così facendo, avrebbero avuto successo.
Ci fu un consigliere di minoranza che volle esprimere tutti i suoi dubbi che ciò accadesse concretamente e diede forza al suo ragionamento adducendo che Castel di Sangro l’avrebbe fatta da padrone, anche in ragione dell’accentramento burocratico sul suo comune.
Concluse affermando che non credeva nell’intento che perseguiva il soddisfacimento di tutti i comuni interessati. Aggiunse inoltre, sapendo che alla votazione in merito sarebbe andato sotto, che almeno ad una prossima occasione a turno gli altri comuni sarebbero stati considerati capofila. Rimasi un po’ perplesso per tali affermazioni, soprattutto nel ricordo della brillante operazione condotta da Siro Piero Gargano, all’epoca anche sindaco di Castel di Sangro, che apportò un beneficio indiscusso in Alto Sangro.
In sintesi, la lunga pista verde l’avrebbero stesa intorno a Castel di Sangro per poi risalire verso Rocca Cinquemiglia e con un percorso che oserei dire ardito su ancora fino a Pietransieri. Non male!
Dalla frazione di Roccaraso si sarebbe ricollegata al capoluogo per chiudere i pezzi mancanti nel circuito già esistente e realizzato da Roccaraso e Rivisondoli. Non ricordo se si estendeva anche a Pescocostanzo e così pure verso il Parco.
Insomma, definire l’intervento della minoranza consiliare di Roccaraso “inopportuno” non fu azzardato. E invece, devo dire che non era per niente inopportuno. Quel consigliere aveva ragione. Almeno nella misura in cui fino ad oggi quassù non è accaduto nulla, mentre in Valle o per meglio dire in Alto Sangro, cioè a Castel di Sangro per via dell’indiscutibile sinonimo, una lunga pista ciclabile scorre e si confonde col fondo erboso e le sinuosità del fiume Sangro, Alto, ovvio.
È opportuno aggiungere al valore del completamento dei tratti sugli Altopiani, per quello che mi riguarda, data una mia passione ampiamente dimostrata, l’esigenza espressa più volte dalla organizzazione della disciplina della Marcia, di riuscire ad avere un circuito completo per i loro allenamenti in quota. Sono ormai una trentina di anni che i marciatori azzurri preparano quassù i loro obiettivi olimpici e mondiali e le medaglie d’oro conquistate hanno conferito alla nostra attività di ospitalità turistica un rilevo di immagine tangibile.
Se poi al circuito, così conseguito, si fosse aggiunto anche un sistema di cronometraggio, beh! allora si sarebbe andati incontro a quella che viene ritenuta una esigenza completa e indubbia sognata dalla organizzazione di atletica leggera. Ma il sogno, quassù, sugli altopiani, si è rivelato una chimera.
Ecco perché scomodare l’Accademia della Crusca per stabilire se Alto Sangro è sinonimo di Castel di Sangro è cosa inutile. Di fatto lo è e credo che sia solo il caso di apportare qualche modifica al vocabolario o enciclopedia che si voglia.
Nessuno me ne voglia. Tutt’al più, sarebbe opportuno che qualcuno chiarisse perché le cose sono andate a “favore” di quel consigliere di minoranza e nessuno ha dato più seguito ad una giusta rivendicazione di completamento di un’opera che ancora oggi mostra di essere giusta e necessaria per poter veramente affermare: Venite in Alto Sangro!
Ugo Del Castello