Questa volta non principiamo osservando le diverse sfumature lasciate dalle colorate pennellate che hanno dipinto il quadro della gara, ma rendendo il giusto tributo alla massiccia e dorata cornice lignea che ha avvolto la sfida: il pubblico, un magnifico pubblico. Oltre cinquemila (seicentocinquanta provenienti da Pescara) le presenze registrate al “Molinari” per una contesa che mancava nella città dei “Monforte” da oltre trent’otto anni. Non ce ne vogliano i cugini D’Annunziani, ma alle sette bombe carta lanciate in campo al proprio arrivo sugli spalti (voto: 10-7 = 3), preferiamo stropicciarci gli occhi vedendo i colori della Nord campobassana (voto 10).
Un mare di sciarpe rossoblù che hanno ammantato e scaldato la testa, i muscoli e i cuori dei propri beniamini, sospingendoli fino all’ultimo respiro a depositare la palla del pareggio all’incrocio dei pali, un vero orgasmo… Un boato che dal “Molinari” è arrivato, così ci hanno riferito, fino a Vazzieri. In campo, dopo un periodo particolarmente deludente, è tornato a cacciare un vero branco di lupi, affamati, volitivi, mai domi e sempre uniti, anche e soprattutto nel momento più buio, quello dello svantaggio, quando i nostri, al posto di smarrirsi, e poteva accadere, sono velocemente tornati ad azzannare i polpacci dei primi della classe.
Le interviste prima e dopo la partita
Quello visto contro il Pescara (voto 6) infatti, è stato un Campobasso (voto 7) che sembra aver smaltito le recenti scorie – la strigliata del “Lìder Màximo” Braglia (voto 7) ancora una volta ha riportato la giusta concentrazione. Una squadra meno vanitosa e più operaia, che è riuscita per lunghi tratti a giocare al pari dei più talentuosi avversari, soprattutto nella prima frazione di gioco, quando i nostri, subito in gol (4′) con Forte (voto 6,5) avrebbero meritato anche il doppio vantaggio. Nel secondo tempo è venuto fuori il maggior tasso tecnico degli abruzzesi, con un Merola formato serie B (voto 7,5) che, entrato in corsa, siglava una pregevole doppietta (58′ e 66′).
Quando poi sembrava tutto perduto, con il pallone che non voleva proprio sorriderci, prima contro la traversa e poi radente il palo, e addirittura ridotti in dieci per l’espulsione di Benassai (voto 5), arrivava all’ultimo secondo il tiro di un ragazzo che lotta, sgomita, incita, senza risparmiarsi, mai, “Cavallo Pazzo” Di Nardo (voto 8). Un rimpallo fortuito, la palla giunge ad Antonio appena dentro l’area di rigore, prende la mira, parte il piatto destro, la sfera inizia il suo volo, 1..2..3 secondi, un’eternità, il portiere si lancia alla sua sinistra, il cuoio si alza, passa sopra i guantoni, s’infila nella rete all’incrocio.
È tutto vero, abbiamo segnato! Ha inizio la festa, una “cornice” ebbra di felicità per un pareggio che ha il gusto di una vittoria.
Antonio Salvatore