“L’anno vecchio è finito, ormai. Ma qualcosa ancora qui non va”… Oltre il Bologna, Lucio Dalla forse tifava anche Campobasso? I colori rosso-blù sono gli stessi, chissà…. Diceva George Gershwin: “Mi piace pensare alla musica come a una scienza delle emozioni”, emozioni, appunto, quelle che i nostri musici domenicali non riescono più a regalarci.
Da fine e armoniosa orchestra che allietava con dolci andanti i palcoscenici di Terni e Ascoli, o ancora con le marce trionfali suonate contro la Spal e la Lucchese, i nostri interpreti, già da troppe gare oramai, emettono tristi e grigi suoni, ancor più cinerei, se possibile, del cupo cielo che ammantava il palco di Legnago.
Contro i veneti, ultimi in classifica, con la difesa più perforata dell’intera Serie C, e che aveva raccolto solamente 4 punti tra le mura amiche nell’intero girone d’andata, ci aspettavamo sicuramente qualcosa di più. Invece no, lo spartito è stato lo stesso di dicembre, brutto e vecchio.
Al “Maestro” Braglia non rimane allora che librare in aria la sua bacchetta e comporre una nuova armonia, dove i leggeri fiati cavalchino sugli esterni, i possenti ottoni blocchino le manovre avversarie, i sinuosi archi imbastiscano le trame del gioco e le vibranti percussioni buchino le reti rivali.
Anche se, purtroppo, a questa orchestra per fare una buona sinfonia manca ancora un Primo Violino… Chi non manca mai è il coro, anche in terra veneta infatti, i canti della Nord hanno squarciato il cielo di Legnago per planare fino all’antico palco della vicina Arena. Applausi….
A proposito, la cronaca della partita? Nulla da commentare, una noia mortale. Campobasso (voto 5).
(P.S. ringrazio l’amico Alessandro Lancellotti per la bella foto scattata dalla tribuna).
Antonio Salvatore