Questi giorni invernali sono un po’ la caratteristica della Roccaraso che non funziona. Una maledizione che sembrò scongiurata nel 1967, quando fu aperta la “variante” alla S.S. 17 che attraversava il paese e così si eliminò soprattutto il traffico pesante, che d’inverno ancora tanti problemi crea su quella arteria ANAS tra Castel di Sangro e Sulmona. Fu un grande avvenimento.
Però, in questo paese c’è sempre un però, che troppo spesso suona in negativo. In quegli stessi anni i roccolani incominciarono a impazzire e diedero la stura a decine di orrendi fabbricati che ci incominciarono a caratterizzare come una delle peggiori località turistiche in termini di ospitalità complessiva; con la cosiddetta “bella gente” ospite degli alberghi o proprietaria di graziose ville che ci abbandonò progressivamente.
Questi fabbricati oltre ad aver ingurgitato ville e giardini, che avevano dato un tono di accoglienza turistica di qualità alla ricostruzione del dopoguerra, contenevano decine di seconde case e neppure un posto macchina per ognuna di esse. Crebbero a dismisura le automobili parcheggiate sulle strade. Così il problema viabilità uscito dalla porta
rientrò per la finestra in maniera più capillare e ossessivo.
Un caos che con l’articolo del Corriere del Mezzogiorno del 9 gennaio 2017, di Carmine Festa – in vacanza quei giorni di Capodanno – fu ben dipinta la situazione, intitolando: <<Odissea Roccaraso: tutti bloccati in hotel, le strade sparite sotto la neve>>.
Il giornalista raccontò in maniera certosina l’accaduto per il traffico bloccato per alcuni giorni, spartineve che non potevano svolgere il loro lavoro per via delle strade così ristrette o addirittura con automezzi piantati in asso dappertutto e criticò le incapacità ben visibili a programmare e investire per mitigare il problema. In quei giorni di inizio anno 2017 neppure un filmato di Checco Zalone, qui in vacanza, preso tra alti cumuli di neve, riuscì a stemperare il nervosismo dei turisti.
Posso aggiungere che l’unica cosa che tutti hanno saputo fare nel passato e ancora oggi continuano, amministrazione e privati, è quella di cospargere violentemente e inutilmente di cloruro di sodio la neve con conseguenze inimmaginabili. Il risultato è una poltiglia appiccicosa, malefica e marrone insinuata in ogni dove con conseguenze disastrose nel tempo per lo sgretolamento di strade, marciapiedi e piazze e poi di immagine per il successivo luridume polveroso che si ottiene.
Se è giusto che nei giorni invernali si eviti la salita delle autovetture su Viale Napoli è pur vero che così facendo si obbliga il notevole flusso circolatorio verso l’ingresso nord del paese, con un’appendice da Viale dei tigli. Però, e sì però, arrivati al punto nodale della Casa cantoniera il blocco del traffico è garantito.
Soprattutto perché Viale Roma è bloccata dalle auto in sosta sui due lati; ma anche quelle in sosta su Via Pedemontana danno il loro contributo negativo, c’è poi la spessa coltre di neve che avvolge ogni cosa e che non si riesce a eliminare.
Perché di notte, momento in cui non c’è traffico, gli spartineve vengono dirottati a pulire la strada comunale che sale all’Aremogna.

Giusto, ma come fa poi a salire in quota lo sciatore che risiede in paese se da esso non può uscire? Il caos è totale e drammatico. Viale Roma è un po’ come l’aorta, se questa ha problemi di flusso ne conseguono altri per tutto il sistema circolatorio.
E perciò il gradimento di Roccaraso subisce sgradevoli e pericolosi sberleffi per la sua immagine. Si evidenzia così in maniera inconfutabile che le amministrazioni comunali non sono state capaci di affrontare un problema primario di ospitalità.
A volte qualche cittadino di rilievo si è anche improvvisato inutilmente vigile urbano o copilota di spartineve, mentre in tempo utile avrebbe dovuto immaginare con i suoi collaboratori politici e tecnici, con calma e con decisione, come provare a lenire la questione e ci sarebbe riuscito, ne sono convinto.
Ma lasciamo perdere l’idea di trenini e funivie perché è opera puramente fantasiosa, da giochini LEGO per i bambini. La ragione è semplice, perché il costo di realizzazione, ma soprattutto di gestione economica degli impianti è insostenibile in relazione ad un periodo piuttosto limitato di esercizio; in relazione alla modesta capacita finanziaria dell’ente locale e alla probabile o forse certa non adesione dei privati a partecipare alla gestione dell’impianto ritenuto sicuramente in forte perdita.
Ci fu poi l’altra idea del sindaco Camillo Valentini, con “Roccaraso città giardino”, che prevedeva un tunnel sotto Via Roma, affascinante, però?
E sì, un però c’è anche qui, perché il costo dell’operazione era esorbitante per le casse comunali, soprattutto in relazione alla obbligatoria aggiunta di messa in sicurezza di diversi fabbricati posti lungo il viale e costruiti nel dopoguerra con delicatezza statica.
Ma in quel momento il problema fu un “altro” e così Roccaraso ripiombò da un sogno al caos in caso di neve. Infatti tutti si augurano che nevichi abbondantemente prima di Natale, quando il traffico è inesistente, altrimenti sono problemi seri durante le festività.
Bisogna tenere presente una cosa molto importante in caso di richiesta di finanziamenti vari a costo zero: Un certo numero di milioni di euro da erogare per un beneficio che si riduce al massimo a 4 mesi e pure in maniera discontinua, e poi? Poi mica dobbiamo fare le Olimpiadi!
O dobbiamo arrivare su un ghiacciaio per consentire a migliaia di sciatori per sciare durante gli altri otto mesi? Tenendo conto inoltre che esistono due strade per raggiungere l’Aremogna e l’agevolazione della risalita passando per Montepratello, dove, se è vero quel che si disse tempo fa doveva partire il primo tronco della telecabina, che arrivata a Pizzalto prosegue con il secondo tronco già in esercizio fino alla Valle delle Gravare.
Allora che fare per mitigare il problema del traffico nel centro urbano in caso di nevicate importanti o semplicemente di flussi di automobili notevoli? Si può fare qualcosa di concreto senza immaginare progetti a questo punto impossibili?
Personalmente ci avrei provato in un’altra maniera se avessi avuto la possibilità di dire e fare la mia. Ma i roccolani hanno detto di no, non mi hanno neppure consentito di parlarne per poi approvare o condannare con il loro voto.
Soprattutto due anni fa fu esercitato sulla mia candidatura a sindaco un fuoco concentrico da soggetti all’uopo improvvisati e qualcuno salì addirittura a dare manforte dalla inopinata, ma probabilmente interessata Castello.
E così oggi, col sole di Carnevale che ci allieta e la neve traballante, vi rivelo la mia idea in merito, che faceva parte di una serie di proposte iscritte nel mio programma elettorale.
Primo: Il parcheggio di automobili su Viale Roma dovrebbe essere istituito solo sul lato sinistro in senso di marcia e con vetture in obliquo. In questo modo per due terzi circa di carreggiata lo spartineve può scorrere dritto fin verso la piazza senza difficoltà alcuna.
Così facendo le auto in sosta devono fare solo una retromarcia rompendo un piccolo diaframma di neve rimasto dietro di loro, più agevole di logoranti e il più delle volte inutili manovre di lato per uscire su una strada che non si è riuscita a liberare dalla neve.
Secondo: la strada provinciale che nasce a nord, dalla rotatoria ANAS, dovrebbe prevedere una corsia in uscita e due in ingresso, delle quali quella centrale per Viale Roma e quella di destra per Via Pedemontana, questa per salire all’Aremogna o riscendere in centro all’altezza dell’Auditorium.
Ciò obbliga ad allargare circa 300 metri di carreggiata per creare la nuova corsia che sale ai campi di sci, rubando spazio all’ex cava. Quindi un onere ac arico della Provincia da promuovere. Sarebbe inoltre necessario che il crocevia della Casa cantoniera fosse sostituito da una rotatoria, da realizzare a carico tra Comune e Provincia e, consentitemi la stravaganza, in mezzo ci metterei uno slittone ricostruito per ricordare il primo impianto di risalita di Roccaraso.
Perché anche questo ne varrebbe in maniera positiva per l’immagine di Roccaraso.
Come vedete, la mia “inutile” attività politica roccolana non è solo di critica, che dovrebbe emergere in maniera produttiva ed eclatante dalla “minoranza” che non mi volle, ma è corroborata da idee costruttive, che purtroppo vanno a scontrarsi di fronte a un muro di maldicenza messo costantemente in atto da chi vuole solo tutelare interessi che nulla hanno a che vedere con quelli della nostra comunità. E voi cari concittadini ci cascate sempre. Ma tant’è, Tolotolo!
Ugo Del Castello