“Quandǝ vè Natalǝ”
Prima che la luce del sole svanisca del tutto dietro il profilo imbiancato del Morrone
e del Gran Sasso, giù verso il bosco il cielo si fa di un rosa tenero che diluisce, in alto, in un mare di celeste luminoso.
Poi l’atmosfera lentamente cambia, scurisce.
Il cielo si trasforma in un grande mantello stellato.
Le luci che s’accendono intricano lo scena, la rendono fatata.
Ed eccola l’atmosfera del Natale: neve fresca a terra e sui tetti, le luminarie, le ombre,il grande albero natalizio sulla piazza.
Il paese si fa palcoscenico per il “racconto” del Natale.
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“Quandǝ vè Natalǝ…!”
diceva il povero calzolaio,
mentre risuolava le vecchie scarpe di un poveraccio,
al suo creditore (un benestante avvocato del luogo) che reclamava
il prestito fattogli.
Erano anni difficili e in tanti erano costretti a lasciare il paese,
e cercare un lavoro all’estero per sostenere la famiglia.
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E venne il Natale.
Ma quando si presentò ad esigere, il creditore
(il noto e benestante avvocato locale)
non ricevette un soldo.
I skuarparǝ disse:
“ Vossignurìa, ma che avetǝ capitǝ? Ai dittǝ quandǝ revè Natalǝ”.
Alludeva, il poveruomo (astuto!), al figlio che era in Svizzera a lavorare
e che si chiamava Natale.
Ma Natale, a Natale non tornò.
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E più non tornò Natale, i fijǝ dǝ i skuarparǝ.
In Svizzera, dove era andato per lavorare e guadagnarsi il pane, e per
affrancarsi dalla schiavitù locale, era morto ancor prima del Natale.
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I scuarparǝ aveva gabbato l’avvocato, ma aveva perduto Natale, suo figlio.
Il Natale rappresenta un momento importante, con la sua atmosfera gioiosa,
magica, e l’attesa di felicità per piccoli e grandi.
A questa festività si associano molteplici aspetti emotivi e affettivi e
durante questa ricorrenza possono riaffiorare alla memoria
ricordi di difficoltà vissute e di persone che non ci sono più.
Allora, la gioia del Natale si veste di malinconia.
E dentro ti strugge il cuore nel petto.
Pensi sia il freddo, e ti stringi nella giacca per vincere il brivido.
Il significato vero del Natale dovrebbe essere applicato al vivere quotidiano,
perché l’amore non si misura dai regali fatti o ricevuti e dal loro prezzo.
L’amore si sente e si nutre d’amore.
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Le giornate scivolano via,
fugge il tempo e le cose.
Passeranno anche queste feste, e se Dio vorrà arriverà anche il nuovo parroco per la nostra
antica Collegiata
che adesso è a “pretǝ ‘mbrestǝ”.
La luna procede lenta.
Come se non avesse voglia.
Osserva, svagata (la luna), dall’alto questa umanità che annaspa.
La sua forza d’attrazione è grande e farà gonfiare il mare;
innalzerà le acque anche stasera e
da qualche parte sarà
“marea”.