Si spengono i proiettori su Città Italiana della Cultura 2026 che ha visto L’Aquila vincitrice dell’ambito concorso. Ad Agnone c’è un silenzio surreale sulla vicenda soprattutto dopo la trasmissione di Bruno Vespa tutta a favore della provincia abruzzese e dopo che Dagospia ha fatto emergere che la vittoria era già stata assegnata a tavolino prima della proclamazione.
C’è delusione, amarezza ma non un senso di sconfitta perché Agnone, il Molise tutto comunque ha “vinto”. Il 14 marzo, giorno della proclamazione, sarà un punto di ripartenza per l’Atene del Sannio che certamente saprà gestire il flusso turistico che proverrà dall’ottimo piazzamento.
Delusione in ogni agnonese e specialmente nel regionala: “e Andrea Greco permeato di quell’agnonesità che lo caratterizza e presente a Roma nel momento della proclamazione.
“Il verdetto nella sala Spadolini del Ministero della Cultura a Roma –ha scritto Andrea Greco– ha designato L’Aquila quale Capitale della Cultura Italiana 2026. Una vittoria che, ahimè, sembrava già annunciata da tempo. L’amarezza in questo caso è difficile da nascondere.
Ero lì, e il cuore mi si è fermato. Non solo per la mancata vittoria della nostra Agnone, ma soprattutto perché credo che il giudizio debba essere scevro da ogni condizionamento, soprattutto quando si valuta la cultura.
C’è un dato ineludibile: alle ultime elezioni regionali, quelle d’Abruzzo, L’Aquila si è confermata come la provincia più a destra d’Italia.
Altro elemento che non rende giustizia a questa competizione è l’intervento fuori dalle righe del giornalista aquilano Bruno Vespa, che in diretta su un’emittente pubblica ha fatto un endorsement per la sua città prima del risultato, rischiando di influenzare il giudizio. Un gesto che a mio avviso qualifica il suo operato.
Ma, al di là di tutto, le mie congratulazioni vanno alla città vincitrice e i miei complimenti a tutte e dieci le finaliste. Soprattutto, a chi ha lavorato sodo, rimboccandosi le maniche per dare al Molise questa grande opportunità.
Sono fiero ed orgoglioso per il risultato che ci ha portati in finale, soprattutto perché Agnone ha rappresentato tutte le aree interne della nostra regione e questo riconoscimento sarebbe stato il giusto riscatto per i cittadini di tanti borghi meravigliosi, ricchi di storia e cultura ma che ogni giorno vivono sulla loro pelle disagi e sofferenze.
Questa esperienza, a prescindere dal risultato finale, non può che fornirci nuovi stimoli per il futuro, continuando a lavorare per la crescita con programmi e iniziative di qualità. Il nostro sogno non è sfumato e la nostra corsa non è interrotta: ora è fondamentale non arrenderci per Agnone e le aree interne.
Dal canto mio, continuerò a fare tutto il possibile all’interno delle istituzioni per non spegnere i riflettori sull’importante lavoro svolto e ancora da svolgere”.