I riti della Settimana Santa vedono il loro clou nell’allestimento dei Sepolcri visitabili dal giovedì sera e per tutta la notte fino alla processione del Cristo Morto e della Vergine Addolorata nel pomeriggio del Venerdì Santo.
Agnone, come da anni, vede il suggestivo e particolarissimo Sepolcro nella Chiesa di Santa Croce, eretta nel 1446 per volontà di San Giovanni da Capestrano, che apre i battenti nel corso dell’anno solo in questa giornata, vegliato dagli incappucciati della Congregazione dei Morti che diventano, poi, col priore Gabriele Amicarelli, i portatori delle statue nel corso della processione del Venerdì Santo che muove dalla monumentale chiesa di San Francesco alle ore 18.00.
Il Sepolcro nella chiesa di Santa Croce, ormai da circa vent’anni, nasce dalle mani, dalle emozioni e dalle sensazioni della scultrice, dell’artista Paola Patriarca, che dà la sua opera alla Pontificia Fonderia Marinelli essendo la moglie del co-titolare Armando, e che ogni anno cambia l’allestimento scenico di quello che è il luogo della deposizione del Cristo dopo la crocefissione.
L’abbiamo incontrata all’uscita del piccolo Tempio Sacro nel cuore del borgo antico di Agnone per una descrizione in anteprima del Sepolcro appena allestito.
“Come sempre per la veglia del Giovedì Santo in Santa Croce in Agnone, la Confraternita dei Morti allestisce un “Sepolcro” inusuale che induce, oltre al compianto per Gesù vicino al sacrificio, una riflessione sui drammi contemporanei.
Purtroppo anche quest’anno il riferimento è alla guerra e a tutti quei conflitti che oggi, fuori dai riflettori internazionali, si stanno combattendo nel mondo. Li svelano tante croci rosse tracciate su una mappa che copre il tavolo dov’è appena avvenuta l'”ultima cena”. Non è un tradizionale desco accuratamente imbandito, al contrario: tutto è già avvenuto e restano solo briciole e cocci. Sul grande sfondo nero si alzano in volo bianchissime colombe simbolo di intelligenza, speranza, pace ed armonia”.
Da quando allestisce il Sepolcro in Santa Croce?
“Da quasi 20 anni, sempre in collaborazione con Giulio Brunetti indispensabile aiuto senza il quale sarebbe difficile realizzare i miei progetti. Brunetti, quest’anno, oltre a costruire le impalcature ha raccolto tutta la vegetazione presente nel Sepolcro e si è adoperato anche per trovare quanto necessario alla scenografia. Se non fosse così generoso nel portare il tutto in chiesa, ed io educata nel non volerla sprecare, il “mio” Sepolcro sarebbe un’istallazione molto più scarna e moderna. Probabilmente anche più drammatica”.
Il Sepolcro oltre ad essere un luogo di preghiera è un sito di raccoglimento dove meditare.
“Secondo me, nella notte del Giovedì Santo, davanti al Santissimo Sacramento solennemente custodito nel Tabernacolo, dovremmo imporci una riflessione su tutte le fragilità umane, non solo sulle violenze quali guerre, torture, sopraffazioni, distanze culturali, ma soprattutto su quelle più comuni e quotidiane come l’indifferenza, il tradimento, la mancanza di sentimento e sensibilità e tanto altro ancora”.
E a fare emozionare ancor più i fedeli oltre alla bellezza del Sepolcro, la veglia degli incappucciati e le preghiere delle “Consorelle” della Congregazione dei Morti nella penombra illuminata solo da luci soft e candele, anche un discreto sottofondo musicale che rende l’ambiente ancora più sacro e suggestivo.
Il Sepolcro aprirà i battenti alle ore 19.00 di stasera 28 marzo quando tutte le campane verranno “legate” ed Agnone resterà muta in segno di dolore per la crocefissione di Cristo fino alla mezzanotte di sabato quando con la Resurrezione verrà celebrata la Santa Pasqua.