L’ennesima brutta, opaca, spenta prova del Campobasso (voto 5), che anche a Pesaro cede le armi senza pugna alcuna e fa perdere quella serenità di classifica fin’ora raggiunta. Una squadra che da troppo tempo ha smarrito l’istinto alla lotta, il dovere del sacrificio, il senso dell’onore, un pericoloso e costante declino che apre inevitabilmente le porte della buia stanza dei play out.
Una prestazione grigia e umida come la serata marchigiana, dove i nostri sono sembrati pulcini bagnati nei confronti di una certamente più esperta e tecnica ma tutt’altro che straripante Vis (voto 6) la quale, tranne la bella azione del gol vittoria di Neri (37′), fratello del secondo portiere rossoblù – fratelli coltelli – poche altre volte si è resa veramente pericolosa, e questo rende il tutto ancor più urticante.
Le ultime dodici gare hanno reso evidente il basso livello tecnico generale della nostra squadra sia nei singoli sia nel collettivo, con un gioco spesso frutto del caso, più che di una manovra studiata e soprattutto ragionata.
Mister Prosperi (senza voto), prima di qualsiasi schema o alchimia tecnico-tattica, dovrà indossare subito il camice del Prof. Frankenstein, catturare il primo fulmine disponibile e scaricare immediatamente il giusto elettroshock sulla testa dei calciatori – si può fareeeeeeee!
Le interviste
Comunque, questo è l’insipido pasto che passa oggi il convento… Stanchi di questa dieta e di questo grigiore, vogliamo soddisfare i nostri sensi e dipingere le righe che seguiranno con i colori e l’entusiasmo dei trecento innamorati che hanno seguito il Lupo nella lontana terra marchigiana.
La loro passione fa bene al cuore, veri ambasciatori del Molise più bello, stupendi (voto 11). A loro, e solo a loro, vogliamo dedicare uno stralcio di una famosa poesia del Risorgimento del tifo italiano:
“La spigolatrice di Pesaro”
Eran trecento, eran giovani e trascinator,
e sono loro i veri vincitor!
Me ne andavo alla partita una sera a guardar
quando ho visto pullman e pulmini arrivar:
erano pullman e pulmini che andavan a diesel blù,
e alzavan una bandiera rossoblù.
All’autogrill di Pedaso si son fermati,
son stati un poco e poi sono arrivati;
sono arrivati e scesi al Benelli:
sceser con le sciarpe e le bandier, a noi ci trattataron con rispetto di fratelli.
Eran trecento, eran giovani e trascinator,
e sono loro i veri vincitor!
Sceser con le sciarpe e le bandier, a noi ci trattataron con rispetto di fratelli,
sugli spalti si posizionaron per intonar i loro canti belli.
Ad uno ad uno li guardai nel viso:
tutti avevano una lacrima e un sorriso.
Li disser ladri usciti dalla tane,
ma non portaron via nemmeno un pane;
e li sentii cantar senza alcuno sciupo:
Siam venuti a tifar pel nostro Lupo.
Adesso testa, cuore e fiato alla prossima gara che può valere una stagione intera. Allora tutti allo stadio, tutti insieme, spalla a spalla, un solo cuore, una sola voce. Domenica servono 5.000 genieri, c’è un Ponte…dera da demolire.
Antonio Salvatore